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    Violamania:| Riecco la 'Firenze bagordi'

    Violamania:| Riecco la 'Firenze bagordi'

    E' durata poco più di dieci giorni l'auto-reclusione dei giocatori della Fiorentina rispetto alla movida notturna della città. Giusto il tempo di far credere a Delio Rossi al suo staff che il loro arrivo avesse magicamente portato dei benefici, raccogliere un immeritato pareggio contro il Milan e una sudatissima qualificazione contro quasi la Primavera dell'Empoli, e la 'Firenze bagordi', come giustamente qualcuno ha soprannominato in città l'organizzazione della vita notturna dello spogliatoio viola, ha ripreso senza soluzione di continuità. E così si segnalano giovani che si sono affacciati da poco alla prima squadra fare le 'ripetute' in discoteca ben oltre l'orario consentito; nazionali stranieri sfidarsi a colpi di calici di birra, neanche fosse una finale mondiale; ma soprattutto sciami femminili che fanno da 'accompagnatrici' ai virgulti in maglia gigliata, che poi inevitabilmente confezionano prestazioni indecorose, come quella di Palermo. Tutte cose che succedevano anche ai tempi gloriosi delle quattro qualificazioni alla Champions League (al netto di Calciopoli), ma in quel caso il 'bandone' delle case dei giocatori, a ridosso delle partite di calcio, rimaneva serrato. Oggi invece l'attività extracalcistica è full days.

    A proposito di Calciopoli e del futuro 'tavolo della pace' organizzato dal presidente del Coni Gianni Petrucci (neanche fosse il commissario Auricchio nella celebre scena del 'lasciapassare' del film 'Fracchia la belva umana', visto che si è preso i meriti di un'idea che non era nata da lui), l'auspicio è che i fratelli Della Valle - che parteciperanno alla 'notte dei lunghi coltelli' -, una volta risolta questa querelle, tornino seriamente a pensare di fare calcio come si deve, ovvero con una partecipazione diretta alle cose di casa viola, e con una presenza assidua in città. Perché è ovvio che la personalità e la presenza di Diego Della Valle a Firenze ha un peso completamente diverso da quella dei vari Cognigni, Mencucci e Teotino, specialmente nel richiamare all'ordine questa 'armata brancaleone' allestita da chi ha pensato di fare prima il proprio interesse e poi il bene della Fiorentina. Altrimenti toccherà aprire la rubrica 'Chi li ha visti?' e invitare i tifosi gigliati (i veri padroni del club) a dotarsi di macchine fotografiche e telecamere, e riprendere i loro straordinari beniamini della 'Firenze bagordi', per sostituirsi al mancato controllo che il club dovrebbe fare sui loro tesserati fuori dall'attività calcistica.

    Nel frattempo si avvicina l'impegno con la Roma, che da un po' di tempo a Firenze non è una partita qualunque. L'auspicio è che Delio Rossi, nella prima settimana senza impegni infrasettimanali, abbia seriamente iniziato a lavorare sul suo progetto tattico. Speriamo anche che abbia trovato il tempo di chiamare la proprietà gigliata e comunicargli tutto il proprio malcontento, per aver visto confermati tutti i suoi dubbi sulla mancata organizzazione di un club che, se da una parte organizza le proprie visite a eventi mondani - leggi il futuro blitz al 'Motorshow' -, dall'altra o non vuol capire o non ha ancora capito come si fa seriamente calcio. Quando infatti Rossi, al suo arrivo a Firenze, aveva dichiarato di 'non essere Padre Pio', voleva lanciare il suo allarme sull'inadeguatezza di una rosa che solo in città la 'contrarea' favorevole al club aveva cercato di esaltare, e su una struttura societaria che continua a latitare di seri uomini di calcio.

    Gettando lo sguardo non all'immediato presente, ma al futuro più lontano, è la dirigenza romana ad essere in vantaggio su quella fiorentina, al di là di come finirà domenica al 'Franchi'. Speriamo che domenica Delio Rossi faccia sì che, con una vittoria viola, Luis Enrique viva la sua ultima panchina italiana, ma una struttura composta da gente come Franco Baldini, Walter Sabatini, ma anche Bruno Conti, responsabile del settore giovanile, a Firenze ce la sogniamo. E' giusto riflettere sul fatto che, al netto degli immediati risultati positivi, sul fronte organizzativo è il club di Di Benedetto quello che sembra stare in piedi da oltre dieci anni, e paradossalmente non quello della famiglia Della Valle, che anche per il disinteresse dei suoi padroni fa sì che, al di là del campo, la 'Firenze bagordi' non perda mai dal lunedì al sabato.

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