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    Violamania:| Il gioco o i tre punti?

    Violamania:| Il gioco o i tre punti?

    E' un po' come in quella famosa scena del film di Roberto Benigni 'Berlinguer ti voglio bene', quando uno dei protagonisti, per aprire una discussione all'interno della Casa del Popolo, si interrogava: 'Pole la donna essere uguale all'omo?No! Si apre il dibattito…'. Dall'immediato dopo gara del match vinto domenica scorsa dalla Fiorentina contro il Brescia, è iniziato sui giornali, nelle radio ma anche in tutti i luoghi di ritrovo del tifo gigliato (virtuali e reali che siano), il dibattito su cosa chiedere alla squadra di Mihajlovic dalla trasferta di sabato prossimo a Napoli: gioco o tre punti? Se è vero che l'abbinamento perfetto sarebbe che si realizzassero tutte e due le cose contemporaneamente, è ovvio che, messi alle strette, ognuno sceglie la sua via. Chi guarda con occhio ancora torvo la classifica punta alle cose materiali e quindi, dopo aver benedetto ancora la straordinaria rimonta di domenica scorsa di Montolivo e compagni - favorita dalla tattica suicida del mister delle Rondinelle Mario Beretta -, da Napoli spera ancora una volta nella buona sorte, mista a coraggio e determinazione, vista negli ultimi venti minuti cinque giorni fa, magari con meno sofferenza nell'andamento della gara. Si allarga però a macchia d'olio il partito di quelli che, da Mihajlovic, vorrebbero sentire meno annunci bellicosi o sogni iperbolici su obiettivi di classifica al momento lontanissimi, e invece un'idea di organizzazione tattica che in un intero girone, quello di andata, non si è mai vista nella Fiorentina, se non a sprazzi contro Milan e Juventus, al netto dei tanti infortunati che stanno condizionando le scelte tecnico-tattiche.

    Il tifoso viola nel corso degli anni è sempre stato un esteta del bel calcio: ecco perché, a dispetto dei risultati ottenuti da Giovanni Trapattoni che sfiorò lo scudetto nel suo primo anno a Firenze, sono ricordati con maggior affetto i produttori di lampi di una manovra spettacolare, fatta di gioco ed iniziative collettive, da Fatih Terim ad Alberto Malesani. Se da una parte ritengo la rosa della Fiorentina male assortita, con cinque portieri, un terzino sinistro, un solo mediano ed una vera prima punta da quindici gol, dall'altra imputo a Mihajlovic una confusione tattica che ancora oggi rende la sua squadra, come gioco, una delle peggiori della serie A, pur in una mediocrità generale disarmante. Ecco perché, personalmente, visto che sulla carta portare a casa un risultato utile dal San Paolo in questo momento del torneo è impresa improba, mi piacerebbe vedere una Fiorentina propositiva, che costruisce azioni da rete, visto che i partenopei non sembrano impeccabili anche se in buona forma, e soprattutto un'idea definitiva dal punto di vista tattico.

    Tornando a quanto accennato sulla carenza della rosa, è ovvio che a Mihajlovic non siano stati forniti i giocatori con cui costruire il suo 4-3-3 e, come detto in passato più volte, si spera che Corvino possa provvedere in questo mercato di gennaio. Ritengo quest'annata, se chiusa anche solamente con una salvezza, una stagione persa. Difendere un gruppo che in passato aveva già dimostrato di essere logoro, e in cui maggiori cambiamenti erano necessari, viste le scarse motivazioni di alcuni (Vargas e non solo), si è rivelata una scelta sbagliata. Il mio parametro di giudizio però per apprezzare o meno il lavoro del d.s. gigliato, in chiave futura, sarà il rinnovo del contratto di Montolivo. Siccome non ritengo quest'ultimo un mercenario, ma un semplice prossimo 26enne ambizioso dal punto di vista sportivo, se la proprietà riuscirà a convincerlo a prolungare la sua permanenza a Firenze, convinceranno anche me. Altrimenti temo che questa sarà solo la prima di una serie di stagioni inutili, in cui si naviga a vista, con preoccupazioni e divisioni che male fanno alla crescita di una società che avrebbe fama di essere ambiziosa.

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