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    Violamania: Sousa licenzia Mario Suarez

    Violamania: Sousa licenzia Mario Suarez

    Dietro al divertimento e all'altalena di emozioni che ci ha regalato Fiorentina-Empoli, ci sono tanti interrogativi che sono emersi nel corso della partita. 
    Sousa ha dimostrato di essere 'umano, troppo umano', parafrasando Nietzsche, perché ha cambiato in maniera eccessiva e, come da lui stesso ammesso, se potesse, non riconfermerebbe nella sua interezza l'undici proposto. 

    Sousa ha chiaramente perso il duello tattico con Giampaolo: pressing alto, asfissiante, fin quasi ai limiti della propria area di rigore, a cui la Fiorentina, un po' impacciata e senza la qualità, dal primo minuto, dei vari Badelj, Bernardeschi, Ilicic, ha risposto con il medesimo gioco delle altre partite. L'Empoli, con grandissimo merito, ha attaccato la Fiorentina come nessun'altro in questo campionato, ha scalfito le certezze che la squadra del portoghese aveva accumulato nelle prime dodici giornate e ha palesato, nuovamente e forse definitivamente, la poca adattabilità di Mario Suarez a questo gioco. L'ex colchonero è stato un fantasma nel primo tempo, con l'aggravante di aver occupato - e qui sta una delle colpe di Sousa - uno spot solitamente occupato dall'architetto Badelj. 

    La Viola ha creduto di poter arginare il folle atletismo dell'Empoli con la solita moneta di sempre, ma il gioco degli azzurri da una parte, e la formazione scelta da Sousa dall'altra, mal si amalgavano per quest'obiettivo: un grave errore di lettura per il portoghese.
    Il rischio è quello di ritrovare uno dei grandi vizi della gestione Montella: specchiarsi troppo. Certo, stavolta è diverso lo specchio e anche il riflesso che la squadra ha di sé - la stessa irriconoscibile Fiorentina della prima frazione è riuscita, con l'ingresso di Kalinic e Bernardeschi, a recuperare il passivo e solo per un pizzico di imprecisione non sono arrivati i tre punti nel finale - ma mantenere il proprio modo di giocare, quest'oggi, con avversari del genere e con scelte del genere era infattibile. 
    Si 'salvano' ovviamente i due neoentrati: Kalinic - 9 gol in stagione, ci sarebbe bisogno di una nuova edizione dello Zanichelli per aggiungere aggettivi adatti al campionato del croato - e Bernardeschi, un talento clamoroso e un patrimonio inestimabile per il calcio italiano, hanno 'spaccato' la partita. Il peccato originale, tuttavia, era già stato commesso e solo in parte la squadra è riuscita a rimediare: buon per la Fiorentina, e per Sousa, che giovedì arriva già un delicatissimo impegno, in Europa League, per recuperare il 'debito' odierno. 

    In chiusura, un applauso particolare a Marco Giampaolo. Dimenticato da tutti, riportato nel calcio che conta da Corsi e dalla dirigenza azzurra, oggi ha imbrigliato uno degli allenatori di maggior impatto, in così poco tempo, nella Serie A degli ultimi decenni. Se il tecnico della Fiorentina, in questi mesi, è stato simbolo di innovazione, cultura e filosofia vincente, almeno per qualche giorno, il nuovo Sousa si potrà chiamare GiamPaulo. 


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