Violamania: datemi Paulo Sousa e vi solleverò il mondo
Voi sapete quanto ci vuole per far deflagrare un'emozione? Un'inezia, se ti chiami Paulo Sousa. Dedizione, lavoro, spirito di sacrificio, in questa Fiorentina c'è tutto, shakerato e mixato per ottenere un gioco cristallino, limpido, sportivamente eccitante. E' il portoghese il primo a sapere che, ormai, da questo gruppo può chiedere ed ottenere qualsiasi cosa: non porsi limiti non è più un'utopia, ma un clamoroso pilastro del progetto viola.
Con la Sampdoria la Fiorentina ha sfondato, qualora ce ne fosse stato ulteriormente bisogno, il muro della credibilità: questa squadra fa sul serio e inneggiare alle proprie qualità non è un inno all'irrazionalità, ma alla gioia per il calcio, per il bel calcio. Un calcio propositivo e corale che ha messo sotto sopra una squadra che al Ferraris non aveva mai perso e che poteva rappresentare un ostacolo di non poco conto, viste anche le fatiche europee di sole 72 ore prima; ma anche la stanchezza, in riva all'Arno, sembra un concetto alienato, che ha perso ogni tipo di realismo. Guardate Bernardeschi: la qualità nella metà campo offensiva, la quantità e l'abnegazione totale in quella difensiva. E poi Ilicic, sei gol e quattro assist in una stagione da stropicciarsi gli occhi, senza dimenticare Sua Sentenza Nikola Kalinic: sette graffi in Serie A al suo esordio in Italia e un'abilità irrreale di muoversi senza palla e essere utile alla squadra in ogni circostanza. In questo caso, però, sarebbe ingeneroso verso due giocatori mostruosi come Badelj e Vecino fare la lista dei papabili per un ruolo da copertina in questa squadra e non citarli.
Per deflagrare un'emozione, spesso, ci vuole solo uno scatto, un click, si direbbe oggi. Razionalmente, un ingranaggio può far scattare qualsivoglia marchingegno; irrazionalmente, una presa di coscienza riesce a dare il là ad ogni tipo di sogno, trasformando le più inconfessabili velleità in verità tangibili. Alla seconda sosta del campionato, la squadra di Paulo Sousa è in testa al campionato: potete anche nascondere la polvere sotto il tappeto, ma quella non sparità; potete ignorare ciò che si materializza di fronte a voi, ma esso non se ne andrà; e, infine, potete anche chiudere gli occhi anziché osservare e decantare i meriti di questa Fiorentina, ma questa Fiorentina non svanirà, sarà ancora lì. Il gioco è appena cominciato.