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  • Violamania:| Capitano, quanto ci manchi!

    Violamania:| Capitano, quanto ci manchi!

    Per capire quanto fosse importante Dario Dainelli nello spogliatoio della Fiorentina, che con Prandelli conquistò quattro qualificazioni consecutive alla Champions League al netto delle penalizzazioni di Calciopoli, basta citare una frase che disse dopo una brutta sconfitta a Roma contro i giallorossi: 'Si vede che siamo una squadra compatta, perché ieri abbiamo fatto tutti schifo. E abbiamo giocato tutti male apposta, per non mettere in imbarazzo gli altri compagni'. Viene da chiedere scusa all’attuale stopper del Chievo, perché nei suoi anni trascorsi a Firenze, anche chi gli era amico e lo stimava incondizionatamente, poi sotto sotto, quando lui provava quei dribbling da brivido nella sua area di rigore nel tentativo di far ripartire l'azione, qualche accidenti glielo ha mandato. Ma il tempo è stato galantuomo, perché chi ne ha preso il posto, sia in termini di ruolo che di leadership nello spogliatoio, non ha potuto che aumentare il rimpianto per 'Dainellone nostro', che aveva la faccia da buono e sotto la maglia viola un cuore da campione vero.

    Qualcuno forse un giorno ci racconterà la verità su chi ha voluto veramente la sua cessione nel gennaio 2010. Impossibile dimenticare le lacrime nell'ultima intervista concessa al sito ufficiale del club, in cui Dainelli confessava che se fosse stato per lui sarebbe rimasto volentieri alla Fiorentina, ma che evidentemente qualche segnale negativo dalla società gli era arrivato. Si è parlato di tante, troppe frizioni con l'allora tecnico Cesare Prandelli. Un po' di verità in quei racconti c'era sicuramente, ma lo stesso tecnico, anche recentemente, nonostante avesse sollecitato l'acquisto di un nuovo difensore - richiesta esaudita con l'arrivo di Felipe, poi dimostratosi troppo fragile caratterialmente -, ha smentito qualsiasi volontà di allontanare il suo capitano da Firenze. Dainelli in realtà ha pagato i rapporti pessimi fra il suo procuratore e l'uomo di Orzinuovi; tant'è che poi l'agente, appena Prandelli ha lasciato Firenze, di fatto con Corvino ha preso in mano il mercato del club, portando un nuovo allenatore (Mihajlovic) e altri giocatori (fra cui Cerci).

    Nella settimana di avvicinamento a Fiorentina-Chievo, match che i viola devono solo vincere se vogliono trascorrere le ultime giornate senza l'ansia da risultato e senza incubi di classifica, è giusto rimpiangere uno come Dainelli. Quelli che lo hanno sostituito con la fascia al braccio, Montolivo prima e Gamberini poi, non si sono dimostrati all'altezza del predecessore, che amava stimolare i giocatori meno impiegati, organizzare cene, feste e incontri di gruppo, che potessero permettere allo spogliatoio di essere un blocco granitico, anche nelle situazioni più difficili. Senza il Dainelli leader, la Fiorentina non sarebbe uscita indenne dalle penalizzazioni post-Calciopoli, e non sarebbe diventata squadra modello anche in campo europeo. Purtroppo il club viola non ha saputo acquistare giocatori della stessa personalità di questo difensore centrale, di recente  ingiustamente tirato dentro la vicenda Calcioscommesse, e a cui domenica prossima il 'Franchi' dovrebbe tributare un grande applauso di riconoscenza. Le nuove figure dirigenziali della Fiorentina, sperando vengano scelte al più presto, sappiano rimediare anche da questo punto di vista. C'è da ricostruire per intero, comunque vada a finire il campionato, uno spogliatoio 'distrutto' dopo la partenza di Dario Dainelli.

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