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    Violamania: Arthur è il miglior regista in A. E chi se ne frega se la Fiorentina è un po' più bruttina

    Violamania: Arthur è il miglior regista in A. E chi se ne frega se la Fiorentina è un po' più bruttina

    • Filippo Caroli
    Qualcuno dirà che la Fiorentina è involuta sul piano del gioco. Che non riesce più a proporre quell’idea ultra-offensiva che ne ha caratterizzato la storia recentissima. Che i giocatori viaggiano a velocità inferiori e gli attaccanti faticano più del solito a trovare spunti vincenti. Forse è vero. Ma è altrettanto vero che la Fiorentina ha attinto ad un carattere e ad una consapevolezza che forse non si erano mai visti. Che oggi la squadra difende con ordine quando decide di farlo e quella predisposizione all’errore a lungo accurata pare oggi nettamente affievolita. Che le punte, finalmente, capitalizzano anche un mezzo pallone pericoloso che transita in mezzo all’area avversaria. Segnali importanti. Sintomi, come direbbe che qualcun altro, che forse la Fiorentina sta compiendo una metamorfosi. E da squadra di belle speranze sta forse diventando una grande squadra. Lo diciamo a bassissima voce, perché ad urlare a squarciagola in questo momento ci pensa una classifica meravigliosa.
     
    CORTO MUSO – Uno a zero, stesso risultato della gara col Verona, impostazioni tattiche piuttosto simili anche se molto diverse nell’interpretazione. La gara col Monza è quanto di più inedito si sia visto in questi due anni e mezzo di gestione Vincenzo Italiano. Beltran stavolta si traveste da sicario e sfrutta al massimo un erroraccio di Di Gregorio che, di fatto, condanna i Brianzoli. Poi un’occasionissima, gettata al vento da Ikoné, e poco altro. La Fiorentina ha gestito in maniera magistrale fino al termine con una gara di rara attenzione tattica. Il Monza, una delle sorprese di questo campionato, non è riuscito a costruire una palla gol. Merito anche e soprattutto della disposizione in campo della Fiorentina, con Italiano che per una lunga fase di gara ha varato anche un’inedita difesa a tre. I gigliati hanno portato a casa tre punti pesantissimi col cruise control. Involuti nel gioco, più lenti e bruttini, ma la risposta possibile è una sola: chi se ne frega. E con un direttore d’orchestra così è più facile per tutti.
     
    FARO – Con il Verona era solamente al 3%, ma è riuscito comunque a far svoltare il match dopo il suo ingresso. Ieri ha letteralmente dominato in mezzo al campo fino alla sostituzione avvenuta al 77’. 95% di passaggi riusciti, un passaggio chiave, 100% di contrasti andati a buon fine, Arthur è ormai sempre più perno di questa Fiorentina. Tecnica e visioni pure figlie della miglior scuola possibile: quella di Barcellona, che evidentemente qualcuno a Torino non apprezza. In ogni caso, è ormai fattuale come esista una Fiorentina con e senza Arthur. E la sensazione è che quando sta bene fisicamente sia il miglior regista della Serie A alla pari di un fuoriclasse come Calhanoglu. La speranza è che il fisico lo assista almeno fino a fine anno
     

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