Il 15 maggio 2011 la Fiorentina disputava contro il Bologna la sua ultima gara di campionato in casa, nel primo anno di guida tecnica di Sinisa Mihajlovic. Nonostante l'ennesima partita deludente da parte dei gigliati, fischiati dal pubblico, la società decise che l'appena dignitoso finale di quel torneo sarebbe bastato come giustificazione per dare una seconda chance al tecnico di Vukovar. I fatti avrebbero dato torto alla famiglia Della Valle, che l'anno scorso hanno toccato il punto più basso della loro gestione decennale, con una salvezza ottenuta alla penultima giornata, tre allenatori cambiati e uno spogliatoio più simile ad un saloom del far west. E' bastato poco (cambio netto dei dirigenti), ma allo stesso tempo tanto, in termini di impegno e organizzazione, per vedere, a quasi un anno e mezzo di distanza da quel derby dell'Appennino, la squadra viola tornare a fare calcio come si deve, sempre contro i rossoblù emiliani, sulla falsa riga - e per tanti aspetti in maniera migliore - delle prime sei giornate di campionato.
Il pensiero che maggiormente ha attraversato la mente dei tifosi gigliati lasciando il 'Franchi' è che soltanto un anno fa una gara come quella di ieri la Fiorentina non l'avrebbe vinta di certo. Ma se disorganizzazione e caos regnavano all'ombra del Duomo del Brunelleschi fino a pochi mesi or sono, oggi esiste una squadra tenace, testarda, arricchita da un campione che sta divenendo sempre più prezioso (Jovetic) e da tanti buoni elementi pronti ad esplodere definitivamente (Borja Valero, Mati Fernandez e l'intera difesa). La squadra di Montella è ancora una creatura piccola, giovane, una fiammella che vuole diventare fuoco, ma ci mette buona volontà, coraggio, ed ha già un'anima (basti guardare come ha finito la partita contro il Bologna, ovvero attaccando sempre e non scoraggiandosi mai davanti alle troppe occasioni sciupate).
Tanta voglia di crescere e migliorarsi, in corrispondenza con la (finalmente) ritrovata volontà della famiglia Della Valle di essere protagonista, come accade in tutte le altre loro aziende. La rappresentazione di ciò che avviene sul campo è frutto di un lavoro che parte dalla panchina (Montella ed il suo staff hanno meriti immensi), e soprattutto l'incarnazione di ciò che si osserva in tribuna, con quel tifoso a briglia sciolte e per fortuna 'tanto rock' che è Andrea Della Valle. Tutti protagonisti, anche chi parte dalle retrovie, tante piccole storie a cui appassionarsi e quella consapevolezza che quest'anno ci sarà da migliorare su tutti i fronti, ma anche da divertirsi, perché c'è tanto di cui innamorarsi in questa ritrovata vera e autentica Fiorentina.