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Vieira: 'Mi piace la Serie A, la Sampdoria mi voleva da tempo, poi...'
Di certo, a Vieira non manca la stima di Giampaolo. E la cosa è reciproca: "È bravo, avevo parlato di lui con un po’ di persone e tutti mi avevano detto che è un ottimo allenatore, ma lo potete vedere anche voi. Ha formato un bel gruppo e penso di poter imparare molto da lui. Mi alleno duro e apprendo cose nuove, quando arriverà la mia occasione la saprò sfruttare". Per ora, il mister della Samp gli ha regalato l'esordio contro il Napoli: "È stato bello debuttare contro il Napoli, e naturalmente anche vincere. È stata una performance brillante da parte della squadra. Tutti erano felici ma per me è stato davvero speciale, per via dell’esordio. Il calcio qui non è molto diverso, ma è sicuramente più tattico. Se fai un errore, molto probabilmente vieni punito. Forse non è fisico come in Inghilterra e mi dovrò adattare, dato che sono più un giocatore fisico: devo migliorare sugli aspetti tattici, ma è per questo che la Samp è la squadra giusta per imparare e fare progressi".
Vieira ha ripercorso anche il suo cammino in Inghilterra, e la trattativa lampo con la Sampdoria: "Al Leeds la prima stagione è stata buona, mentre la seconda non è stata all’altezza di quella precedente. Tuttavia, quando parlai con il ds lui mi disse che la Sampdoria aveva messo gli occhi su di me da diverso tempo. È stato tutto quasi troppo veloce, ho deciso su due piedi cosa fosse meglio per il club e per me, e ho fatto questo salto. Le nuove esperienze fanno bene, ma dipende cosa vuoi fare, se punti a diventare un calciatore di successo e a compiere uno step in avanti. Non si può sempre stare a casa e vicini alla propria famiglia, si devono cogliere le occasioni. Potrebbe non funzionare per me, ma di certo è stato così per Sancho (suo ex compagno ora al Borussia Dortmund, ndr). Spero che vada bene anche a me, è una possibilità che si è palesata e mi sto godendo il mio momento".
Il suo nuovo presidente Ferrero è conosciuto per il carattere istrionico anche in Inghilterra. "È quello che hanno detto anche a me. Per quanto mi riguarda è andato tutto liscio, non posso veramente dire nulla sul suo conto, se non che mi piace. Abbiamo provato a parlare un po’ in italiano e mi ha fatto una buona impressione, sembra una brava persona. Con l’italiano sta andando bene, perché so il portoghese, quindi riesco a capire qualche parola. È la conversazione che mi mette in difficoltà, ma sto prendendo lezioni e andrà sempre meglio. Dal punto di vista professionale, sul campo riesco a capire cosa mi stanno dicendo e anche gran parte di cosa vuole mister Giampaolo".
Inevitabile anche una domanda sul suo nome particolare: "A mia madre piaceva il calcio, così come a mio padre, allora perché non chiamarci Ronaldo e Romario (suo fratello, ndr)? Abbiamo sempre desiderato di diventare calciatori professionisti, siamo sempre stati attaccati al nostro sogno e i nostri genitori ci hanno sempre sostenuto per arrivare dove siamo ora. Siamo cresciuti insieme nelle giovanili del Benfica per poi trasferirci in Inghilterra e ricominciare da capo. Abbiamo fatto un provino al Manchester City, ma senza successo, così come con il Barnsley e l’Hull City. Non è andata - conclude Vieira - ma grazie a un allenatore che conoscevamo già da prima siamo riusciti a fare un provino al Leeds. Mio fratello è arrivato un anno dopo, quando io ero passato in prima squadra, ed è rimasto per due anni nell’U23". Ora c'è la Samp, e un nuovo capitolo tutto da scrivere nella sua carriera.