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Il bilancio peggiora: le strategie sul mercato e i rumors su Setti, il Verona teme l'esodo
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Dati, strategie. Tra esigenze di bilancio e l’avvio della sessione invernale del calciomercato, in casa Verona si stanno studiando le soluzioni migliori per ovviare ad una delicata situazione societaria. Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza. Partiamo dai dati che ci vengono riferiti dall’ultimo bilancio dell’Hellas Verona, riportati da Calcio&Finanza. Alla data del 30 giugno 2022, il club scaligero ha chiuso il proprio bilancio con un rosso pari a 11,7 milioni di euro, un risultato che si pone in peggioramento di circa 6,6 milioni, rispetto alla perdita di 5,1 milioni dell’esercizio ‘21/’22. Ma andiamo maggiormente a fondo della questione, anche per comprendere come il Verona si stia muovendo in questi primi giorni di calciomercato.
OTTIMI RICAVI – Come si legge nella documentazione ufficiale della società veneta, il fatturato è stato pari a 98,4 milioni di euro, in rialzo rispetto ai dati del bilancio del 30 giugno 2022. Una crescita, nei ricavi, dovuta alla gestione dei diritti dei calciatori e alle numerose (quanto corpose) plusvalenze registrate nel corso dell’ultimo anno. In particolare, a fornire sollievo alle casse gialloblù sono state le operazioni che hanno portato Ilic al Torino (15,7 milioni, plusvalenza di 8), Casale sulla sponda biancoceleste della Capitale (7 milioni, plusvalenza di 6,6), Caprari a vestire la maglia del Monza (8 milioni, plusvalenza di 5,4), Sulemana al Cagliari (plusvalenza piena di ben 4 milioni), Simeone alla squadra campione d’Italia in carica (12 milioni, 3,6 di plusvalenza) e Barak alla Fiorentina (5,9 milioni, plusvalenza di 2,4). 30 milioni netti di ricavi dalle cessioni, che hanno permesso al Verona di aumentare il proprio fatturato.
MA COSTI E DEBITI – Tuttavia, per dei ricavi in crescita, ci sono anche da registrare dei costi (pari a 106,9 milioni di euro) in netta risalita rispetto ai dati presentati dal precedente bilancio (88,6 milioni nel ‘21/’22). Un aumento dovuto alla maggiorazione dei costi legati ai salari e agli stipendi del personale gialloblù, che dai 38,8 milioni del 30 giugno 2022 sono passati a ben 54,3 milioni di euro nell’ultimo bilancio. Tutto ciò porta, calcoli alla mano, a un risultato netto (dato dalla differenza fra fatturato e costi) pari a -8,5 milioni di euro, dato anch’esso in peggioramento rispetto ai -4,1 milioni di euro del 2021/22. A peggiorare il quadro, è la situazione debitoria, salita a 148,1 milioni di euro, con un indebitamento finanziario netto pari a -65,5 milioni di euro, un dato di gran lunga superiore ai -31,4 milioni del giugno 2022, specialmente alla luce di una liquidità in ribasso a 4,6 milioni di euro (erano 12 milioni nello scorso bilancio). Come agire, dunque, per ovviare questo delicato contesto?
MA COSTI E DEBITI – Tuttavia, per dei ricavi in crescita, ci sono anche da registrare dei costi (pari a 106,9 milioni di euro) in netta risalita rispetto ai dati presentati dal precedente bilancio (88,6 milioni nel ‘21/’22). Un aumento dovuto alla maggiorazione dei costi legati ai salari e agli stipendi del personale gialloblù, che dai 38,8 milioni del 30 giugno 2022 sono passati a ben 54,3 milioni di euro nell’ultimo bilancio. Tutto ciò porta, calcoli alla mano, a un risultato netto (dato dalla differenza fra fatturato e costi) pari a -8,5 milioni di euro, dato anch’esso in peggioramento rispetto ai -4,1 milioni di euro del 2021/22. A peggiorare il quadro, è la situazione debitoria, salita a 148,1 milioni di euro, con un indebitamento finanziario netto pari a -65,5 milioni di euro, un dato di gran lunga superiore ai -31,4 milioni del giugno 2022, specialmente alla luce di una liquidità in ribasso a 4,6 milioni di euro (erano 12 milioni nello scorso bilancio). Come agire, dunque, per ovviare questo delicato contesto?
LA POSIZIONE DEL CLUB – Il Verona, intanto, guardando al prossimo bilancio – in chiusura il 30 giugno 2024 - ha fornito un aggiornamento sulla situazione economico-finanziaria: “Seguendo le previsioni economico-patrimoniali riferite al primo semestre dell’esercizio 2023/2024, e conseguentemente alla mancata realizzazione delle plusvalenze ipotizzate come da budget redatto ad inizio stagione, la situazione economico-patrimoniale riferita al 30.09.2023 evidenzia una perdita in formazione rilevante. Da un punto di vista finanziario l’Amministratore Unico segnala che il fabbisogno dell’esercizio che si chiuderà al 30 giugno 2024, sulla base delle previsioni effettuate, sarà coperto sia da anticipi su crediti futuri quali diritti televisivi e plusvalenze ipotizzabili ne mercato invernale, sia, eventualmente, da interventi sul capitale da parte dell’azionista (il presidente Maurizio Setti, tra l'altro dirigente più pagato della Serie A, sempre secondo i dati a disposizione di Calcio e Finanza) che ha confermato irrevocabilmente il proprio impegno a fornire alla Hellas Verona FC S.p.A. un adeguato sostegno finanziario secondo le richieste della società garantendo così la continuità aziendale, prendendo a riferimento un periodo futuro di 12 mesi. Tale impegno è stato altresì formalizzato mediante rilascio da parte dell’azionista di maggioranza di una support letter con durata fino all’approvazione del bilancio al 30.06.2024, finalizzata a garantire un adeguato sostegno finanziario affinché la società adempia alle obbligazioni assunte”. Il quadro, in sostanza, ci fornisce l’evidenza dei motivi per i quali, attualmente, il Verona si stia muovendo in una precisa direzione sul mercato, al di là delle voci riguardanti le trattative per il possibile passaggio di proprietà del club e del recente blitz operato dalla Guardia di Finanza di Bologna nella sede del club gialloblù, sui cui motivi e contenuti la società scaligera ha provato a fare chiarezza con un comunicato.
ARRIVA IL MERCATO IN AIUTO – Infatti, il Verona è stato tra i club più attivi in questo avvio di calciomercato, partendo dalla cessione a titolo definitivo di Isak Hien (acquistato per soli 3,2 milioni e rivenduto all’Atalanta per 9 milioni di euro, più bonus, il che porta a una plusvalenza di 5,8 milioni. QUI LA FORMULA DEL TRASFERIMENTO). Ma lo svedese non sarà l’unica operazione in uscita per i veneti. Ricapitolando, Terracciano (4,5 milioni di euro, più uno di bonus, è la cifra che incasserà il Verona per il 2003 cresciuto nelle giovanili gialloblù) è stato appena acquistato dal Milan (QUI LA TRATTATIVA E I DETTAGLI), Ngonge – seguito anche dalla Fiorentina - è finito nel mirino dell’Aston Villa, che ha già un accordo sulla base di 10 milioni di euro per un giocatore arrivato a parametro zero – indi per cui, plusvalenza totale -, Hongla è ormai a un passo dalla cessione a titolo definitivo in Spagna, direzione Granada, Gunter è in uscita verso il Como, per Doig è stato fissato un prezzo pari a 6 milioni di euro (è arrivato dall’Hibernian per 3,6 milioni di euro), con il Torino che ci sta facendo più di un pensierino, mentre Bonazzoli – in prestito dalla Salernitana con opzione di riscatto e obbligo al verificarsi di determinate condizioni – è un nome valutato sia da Sabatini per un possibile rientro a Salerno, sia da Angelozzi per rinforzare un reparto offensivo che perderà Cheddira (prenderà parte alla Coppa d’Africa con il suo Marocco). Mercato salvifico per il Verona, preciso e attento nelle strategie da adottare per equilibrare la situazione economico-finanziaria della società.