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    Urzaiz, una storia di fedeltà e attributi

    Urzaiz, una storia di fedeltà e attributi

    • Remo Gandolfi
      Remo Gandolfi
    Siamo al termine della stagione 2001-2002.
    Ismael Urzaiz, centravanti dell’Athletic Club de Bilbao da 6 stagioni, è in scadenza di contratto.
    Il “tira e molla” sul suo rinnovo va avanti fin dall’autunno precedente, tra momenti di tensione, altri in cui tutto sembra risolto ed altri ancora in cui tutto pare destinato a chiudersi senza trovare una via d’uscita.
    Insomma, un autentico “culebron” come dicono da quelle parti.
    “Isma” ha quasi 31 anni, viene da una stagione eccellente chiusa con 18 reti all’attivo e soprattutto con una conclamata e fondamentale importanza nell’economia di gioco del team basco.
    “Senza di lui dovremo rivedere le nostre ambizioni” dichiara in quel periodo il manager dell’Athletic Jupp Heynckes.
    Urzaiz sa che il prossimo sarà il contratto più importante, quello che lo accompagnerà al crepuscolo della carriera, quello che potrebbe addirittura essere l’ultimo se il fisico decidesse improvvisamente di non sorreggerti più in maniera adeguata.
    E’ una decisione difficilissima quella che attende “El Tanque” del glorioso Club basco, nazionale spagnolo in 25 occasioni.
    Le pretendenti non gli mancano certo.
    Nel calcio britannico, forse il più adatto in assoluto per il suo stile, ma non solo.
    Con Chelsea e Glasgow Rangers a contenderselo ci sono l’Hertha Berlino e lo Schakle 04 in Germania, l’Ajax di Amsterdam e in Italia c’è l’Udinese che si è fatta avanti in maniera molto decisa.
    In Spagna poi ci sono Celta di Vigo ed Espanyol che sono pronte a fare carte false per avere un attaccante della sua caratura al centro dell’attacco.
    Il 30 giugno il contratto di Isma scade.
    Le speranze di tutto il popolo “zurigorri” di continuare a vedere con i propri colori questo potente attaccante sembrano definitivamente svanite. Si parla già di possibili sostituti … come se fosse facile trovare uno come lui in un mercato ristretto come quello in cui si muove l’Athletic !
    Si, c’è un ragazzo molto forte e di grandi speranze come Aritz Aduriz che gioca nelle giovanili del Club, ma ha solo 20 anni e bisogna dargli il tempo di maturare.
    Si arriva così alla metà di luglio e probabilmente i tifosi dell’Athletic sono già “passati oltre” pensando a come potrà sopperire il team all’addio del suo principale referente offensivo.
    Poi le agenzie iniziano a far filtrare una notizia.
    Ismael Urzaiz “torna” all’Athletic !
    Isma ha accettato l’ultima proposta di contratto che era sul tavolo dal maggio precedente.
    … rinunciando ad ingaggi decisamente superiori di quello offerto dall’Athletic … ma chiudendo tutti i discorsi con poche, semplici parole: “Questa è casa mia e da casa mia non posso e non voglio andarmene”.
    Isma firmerà un contratto triennale a cui farà seguito un altro contratto, stavolta per due stagioni, che lo legherà’ all’Athletic Club fino al 2007 quando Isma avrà quasi 36 anni.
    Gli anni migliori li ha dati e li darà all’Athletic.
    Senza vincere nessun trofeo e guadagnando assai meno che altrove.
    Ma ricevendo in cambio quello che non si può comprare: riconoscimento, affetto e stima incondizionati … per sempre.

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    Ismael Urzaiz nasce a Tudela, in Navarra, il 7 ottobre del 1971.
    Fin da ragazzo si fa notare per la sua impressionante capacità nel gioco aereo.
    Ma non c’è solo quello. Il suo tocco di palla è eccellente per un ragazzo alto e robusto come Isma e inoltre tira con entrambi i piedi con precisione e potenza.
    Non sono però l’Athletic Club, la Real Sociedad o l’Osasuna a tesserare il giovanissimo attaccante navarro.
    A muoversi per lui, quando Isma ha soltanto 13 anni, è nientemeno che il Real Madrid.
    Nelle giovanili del Real Madrid si forgia e insieme alle sue doti innate sviluppa una grandissima capacità di giocare spalle alla porta, facendo da punto di riferimento per i compagni, sia nel gioco aereo che con la palla a terra.
    Al Real Madrid però trovare spazio è un’impresa quasi impossibile.
    A Hugo Sanchez, lo straordinario bomber messicano, è succeduto nel frattempo un altro fantastico numero 9, il cileno Ivan Zamorano.
    Urzaiz farà il suo esordio con i “Blancos” in una partita di Champions League contro i danesi dell’Odense.
    Nelle stagioni successive per il bomber di Tudela inizieranno una serie di prestiti in squadre di medio livello come il Celta di Vigo, il Rayo Vallecano e infine il Salamanca.
    Qui, in seconda divisione e dopo un difficile inizio, Urzaiz diventa l’eroe del team realizzando i due gol decisivi (ovviamente di testa !) nello spareggio promozione contro l’Albacete.




    Le sue prestazioni attirano l’attenzione di una grande gloria madridista, il terzino Josè Antonio Camacho, che in quel periodo siede sulla panchina dell’Espanyol di Barcellona.
    Sarà l’anno della svolta per Urzaiz.
    Le sue 15 reti in quella stagione proietteranno il suo nome tra i più ambiti per una miriade di Club di Primera Division.
    A questo punto però l’Athletic Bilbao, che se lo era già fatto colpevolmente sfuggire da adolescente, mette sul piatto un’offerta economica di quelle impossibili da rifiutare: i 35 milioni di pesetas pagati dall’Espanyol si trasformano a distanza di una sola stagione, nei 500 milioni pagati dal club basco.
    E’ l’estate del 1996.
    Sarà una delle decisioni più azzeccate prese nella storia recente del glorioso Club di Ibaigane.
    Isma s’impone subito come centravanti del team relegando la gloria locale Kuko Ziganda ad un ruolo un po’ più defilato sulla fascia. Ma l’area di rigore è il territorio di Urzaiz che nonostante un girone d’andata non esaltante chiude la stagione con 18 reti, di cui ben 14 nella seconda parte della stagione.
    Urzaiz continua a segnare con grande regolarità e ovviamente la Nazionale Spagnola non può non accorgersi di lui.
    Arriva così il debutto contro la Repubblica Ceca. E’ il 9 ottobre del 1996. Isma ha compiuto 25 anni due giorni prima.
    Il suo rivale principale per la maglia numero 9 delle “Furie Rosse” è Fernando Morientes, centravanti del Real Madrid che nonostante l’incessante “sponsorizzazione” dei media madrileni (e ovviamente madridisti !) siederà spesso in panchina a fare da rincalzo ad Urzaiz.
    L’anno successivo è per l’Athletic Club un anno da consegnare alla storia: arriva un secondo posto nella Liga che dà ai Baschi il diritto di giocare la successiva Champions League dove uscirà al primo turno ma a testa altissima, fermando la Juventus (semifinalista in quella edizione) sul pareggio sia al San Mames che al Comunale di Torino.
    Gli anni successivi saranno sempre di buonissimo livello anche se i vertici della classifica saranno sempre più difficili da raggiungere per il Club basco e la sua filosofia che prevede l’utilizzo solo di giocatori nati nelle 7 province di Euskal Herria o formatisi nelle giovanili del Club.
    Ci saranno qualificazioni per competizioni europee, qualche sfortunata finale di Copa del Rey e nelle ultime due stagioni di Isma all’Athletic anche il clamoroso rischio di retrocedere, cosa mai accaduta nella storia del “Leoni del San Mames”.
    Ismael Urzaiz lascerà l’Athletic nel giugno del 2007, a quasi 36 anni dopo aver regalato all’Athletic i suoi anni migliori.
    Ha però ancora la voglia di un ultima avventura.
    Quella con l’Ajax di Amsterdam, sua vecchia pretendente negli anni d’oro del “Tanque di Tudela”.
    Non sarà una stagione esaltante.
    Urzaiz giocherà un pugno di partite senza mai trovare la via del gol.
    Ma non sarà certo quest’ultima opaca stagione a compromettere una meravigliosa carriera ad altissimo livello … improntata su una parola bellissima e obsoleta che si chiama FEDELTA’.

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    E’ il 27 maggio del 2007.
    L’Athletic Club affronta il Mallorca nella terz’ultima partita della Liga.
    Per i biancorossi baschi è un’altra stagione balorda, la seconda di fila dove il rischio di retrocedere in Seconda Divisione  è diventato ormai un incubo conclamato.
    Ci sono Betis, Celta, Real Sociedad e Athletic praticamente incollate in classifica.
    Due di queste squadre faranno compagnia al Gimnastic, già matematicamente retrocesso da diverse settimane.
    I 40.000 del San Mames hanno gli occhi sui loro beniamini ma la testa è anche nella vicina Pamplona dove l’Osasuna, già praticamente in salvo, deve affrontare una Real Sociedad assetata di punti.
    E’ stata una settimana di sospetti, di illazioni, di polemiche e accuse più o meno gratuite fra le due grandi rivali del calcio basco.
    In casa Athletic si teme un’Osasuna remissivo e poco agguerrito mentre quelli dell’Anoeta sono invece convinti che il Mallorca, in acque ancora più tranquille di classifica, arrivi al San Mames appagato e magari anche … “ammorbidito”.
    Le notizie che però arrivano da Pamplona rassicurano immediatamente il popolo “zurigorri”: I ragazzi del “Kuko” Ziganda, vecchia gloria dei baschi e ora sulla panchina del team navarro, stanno vincendo sulla Real Sociedad.
    Al San Mames però il risultato non si sblocca.
    E se non si fanno i 3 punti oggi rischia di essere tutto vano.
    Il Mallorca onora la contesa con grande etica e professionalità, ribattendo colpo su colpo alle iniziative dell’Athletic.
    Anzi, ad inizio ripresa sono proprio gli ospiti ad andare vicinissimi a sbloccare il risultato con Victor e solo un miracolo del portiere dell’Athletic Dani Aranzubia tiene l’Athletic in partita.
    Lo scampato pericolo convince Josè Manuel Esnal, per tutti “Manè”, l’allenatore dell’Athletic, a correre ai ripari.
    Fuori l’ala sinistra Gabilondo e dentro il vecchio leone Ismael Urzaiz che si va a posizionare in attacco a fianco del giovane Aduriz.
    Con due “arieti” del genere in area di rigore il Mallorca va immediatamente “in bambola” !
    Ogni cross fa scattare il campanello d’allarme nella retroguardia di Ballesteros e compagni.
    Prima è Urzaiz che un morbido tocco su cross di Yeste mette di pochissimo alto con Moya, il numero 1 maiorchino, battuto.
    Passano pochi minuti e su un altro cross in area Aduriz viene vistosamente trattenuto da Nunes, il centrale del Mallorca.
    E’ rigore sacrosanto.
    Yeste e Iraola sono i due rigoristi dell’Athletic.
    Aduriz è un altro che ha già calciato con successo dagli undici metri.
    E’ lui che tiene in mano il pallone e sembra l’incaricato del tiro.
    Ma è un pallone che improvvisamente è diventato pesante, pesantissimo.
    E questo non è un rigore “normale”.
    Più che i piedi in questi casi conta il cuore e … quelle due parti del corpo che si trovano più o meno a metà strada tra i piedi e la testa di un essere umano, circa una spanna sotto l’ombelico.
    Ad Ismael Urzaiz abbondano tutte queste cose ed è lui che si fa avanti per calciare questo rigore.
    Nonostante il rischio enorme che a quasi 36 anni e dopo undici stagioni nell’Athletic possa venire ricordato come “quello che sbagliò il rigore che ci mandò in Seconda” …
    Ecco come andò a finire.



    Sarà l’ultimo gol di Ismael Urzaiz nell’Athletic.
    Quello che, per un solo punto, consentirà all’Athletic di salvare il suo status di squadra SEMPRE in Primera, non intaccando così una delle storie più belle del calcio: quello di una Squadra che da 120 anni combatte con i figli della propria terra con la stessa tenacia, lo stesso coraggio di Davide contro Golia … perdendo a volte sul campo ma senza mai perdere orgoglio, dignità e senso di appartenenza … proprio come questo gigante navarro che con i suoi 128 gol ha scritto pagine importanti nella storia dell’Athletic Club de Bilbao.
     
    Doveroso, per i tanti che non conoscessero Ismael Urzaiz o che ne avessero un’idea “distorta”, vedere questo filmato con alcuni dei suoi gol più belli e importanti.


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