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    Ursula Von Der Leyen promette altri aiuti all'Ucraina e auspica il processo a Putin

    Ursula Von Der Leyen promette altri aiuti all'Ucraina e auspica il processo a Putin

    • Marco Perlisi
      Marco Perlisi
    Con il prosieguo della guerra fra Ucraina e Russia, ormai in atto da febbraio, l’esercito di Vladimir Putin sta continuando a bombardare regioni come Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Donetsk, l’oblast di Kharkiv e su Kryvyh Rih, la città dove è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reduce da poco, fra l’altro, da un incidente stradale che non ha procurato gravi danni. 

    Per la seconda volta dall’inizio del conflitto, il presidente dell’Ucraina ha ricevuto la visita della Presidentessa della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, la quale ha promesso di proseguire nell’aiutare militarmente la nazione sotto attacco anche attraverso l’invio di altri carri armati richiesti da Kiev garantendo che l’Ue e l’Ucraina saranno “amici per sempre” intanto che anche Washington si è impegnata a stanziare altri 600 milioni di aiuti militari. Molto forti le parole della Presidentessa nell’ultima intervista rilasciata: “Putin dev’essere processato dalla Corte penale internazionale per aver invaso l’Ucraina”. L’incontro, però, non è stato dedicato solo a parlare del fronte bellico, bensì si è anche parlato del percorso di ingresso di Kiev nel mercato unico mentre Zelensky ha promesso aiuti energetici a basso costo sul piano dell’elettricità (una questione che in questi giorni sta tenendo tutti col fiato sospeso soprattutto parlando del gas per quanto riguarda l’occidente in vista dell’inverno ormai alle porte). 

    Proprio parlando dei bombardamenti in atto negli ultimi giorni, sono soprattutto quelli a danno di Kryvyh Rih ad aver maggiormente interessato il presidente dell’Ucraina: nelle ultime 48 ore Mosca ha sganciato almeno 9 missili su di essa disintegrando la diga idroelettrica del fiume Inhulets in modo che le acque inondassero tutto e costringessero all’evacuazione in una zona che dipende totalmente da tale risorsa, come affermato proprio da Zelensky in un video notturno mentre il ministro degli esteri Dimitro Kuleba ha accusato i russi di codardia dopo essersi visti sconfitti in battaglia ribadendo che lo stato di Putin va trattato come uno “stato terrorista”. Secondo l’Institute for the Study of War (Isw) l’attacco alla diga aveva l’intento di boicottare i contatti con i ponti delle barche ucraine situate più a valle e più vicine alla zona di Kherson, teatro della controffensiva ucraina andata già a vuoto via mare. Malgrado i fatti degli ultimi giorni non abbiano fatto gioco all’esercito di Kiev, Zelensky su Telegram si è detto fiducioso che il ripristino dell’intero territorio ucraino stia diventando reale mentre a Vienna il Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha valutato che la soluzione migliore sia che la Russia si ritiri dalla centrale nucleare di Energodar, divenuta costante bersaglio del Cremlino, per evitare rischi o guai peggiori. 

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