!['Un'occasione per i rifugiati': la lezione di Lovren a chi vuole un mondo di muri](https://cdn.calciomercato.com/images/2017-02/lovren.liverpool.rifugiato.2016.17.1400x840.jpg)
'Un'occasione per i rifugiati': la lezione di Lovren a chi vuole un mondo di muri
L'ADDIO A KRALJEVA SUTJESKA (BOSNIA) - "Nei piccoli villaggi accadevano le cose più terribili. La gente veniva uccisa brutalmente. Il fratello di mio zio fu ucciso con un coltello davanti ad altra gente. È come se la guerra fosse accaduta ieri. È un tema molto delicato, perciò la gente cerca di non parlarne, è molto triste. Prima di realizzare questo documentario, mia madre mi ha detto: 'Non dire nulla'. E io ho detto che invece l'avrei fatto, e lei si è messa a piangere. Lei ricorda tutto di quel periodo".
IL TRASFERIMENTO A MONACO - "Non abbiamo mai avuto problemi, andavamo d'accordo con tutti i vicini, che fossero musulmani, serbi, si parlava con tutti. E poi arrivò la guerra. Vorrei spiegare perché, ma nessuno lo sa. Successe e basta. Cambiò tutto in una notte, la gente stessa cambiò. Mi ricordo il suono delle sirene. Ero così spaventato che pensavo fossero bombe. Ricordo che mia madre mi prese e andammo nello scantinato, e non so quanto tempo rimanemmo lì seduti, rimanemmo fino a quando le sirene non smisero di suonare. Dopo, con mia madre, mio zio e sua moglie, salimmo in macchina e ci dirigemmo verso la Germania. Lasciammo tutto, la casa, il piccolo negozio alimentare che avevano. Presero una valigia e dissero semplicemente 'andiamo in Germania'. Siamo stati fortunati. Io e la mia famiglia. Mio nonno lavorava in Germania, aveva documenti regolari. Senza, non so cosa avremmo fatto, e non so cosa sarebbe accaduto. Uno dei miei migliori amici, ricordo, piangeva ogni giorno. "Perché", mi domandai. Suo padre era un soldato. 'Mio padre è morto', disse. Sarebbe potuto essere il mio".
VIA DALLA GERMANIA - "Le autorità dicevano che, a guerra finita, saremmo dovuti tornare. Ogni sei mesi, i miei genitori dovevano preparare le valigie. Era davvero dura non poter avere un futuro in Germania. Così un giorno vennero e ci dissero: 'Avete due mesi per andarvene'. Per me fu molto complicato perché i miei amici erano tutti in Germania, la mia vita, di fatto, era iniziata lì. Avevo tutto, ero felice, giocavo in una piccola squadra, con mio padre a fare da allenatore, era semplicemente bellissimo. Mia madre disse che la Germania era la nostra seconda casa, ed è vero. La Germania ci aprì le braccia. Non so quale Paese avrebbe potuto fare questo con i rifugiati dalla Bosnia, in quel periodo".
LA CROAZIA - "Mia madre lavorava da Walmart per 350 euro al mese. Mio padre era un imbianchino. Avevamo problemi economici. Ricordo quando mio padre prese i miei pattini da ghiaccio. Un giorno chiesi: 'Dove sono i mei pattini?'. Adoravo andarci d'inverno. E mia madre, piangendo, mi disse: 'Papà li ha venduti. Non abbiamo soldi questa settimana'. In quel momento pensai: 'Non voglio sentire più una cosa del genere'. Quei pattini li vendette per circa 40 sterline. I miei pattini, venduti. Fu una cosa difficile per i miei genitori. Spero che per le prossime generazioni sarà tutto molto più facile, per mia figlia e mio figlio, forse dimenticheremo e andremo avanti. Non so se capiranno mai la mia vita, la mia situazione, cosa ho passato, perché vivono in un mondo totalmente diverso. Quando mia figlia mi chiede un giocattolo, a volte le dico: 'Non ho soldi'. È complicato da capire perché lo faccia, ma lo faccio per farle capire che niente si ottiene facilmente".
'Lovren: My Life as a Refugee' is now available on LFCTV GO
— Liverpool FC (@LFC) 8 febbraio 2017
Watch the exclusive documentary on demand for free: https://t.co/Y0nbCXGHVY pic.twitter.com/6IETyxSt6m