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Un Mandzukic così alla Juve non serve
Tutto questo per dire che fa bene Allegri a confermare la sua piena fiducia nell’attaccante croato che pure non attraversa un periodo di eccezionale lucidità in zona gol, perché il tecnico è consapevole dell’importanza strategica che Mandzukic rappresenta quet’anno – con maggiori difficoltà rispetto alla scorsa stagione – nel settore offensivo della Juventus.
La prova contro il Palermo, con la coppia di centravanti completata da Higuain, non ha convinto pienamente. Vedere l’argentino agire alla Dybala faceva un certo effetto, non tanto per la prestazione dell’attaccante (davvero encomiabile nell’impegno e nella disponibilità mostrate al servizio della squadra) quanto ovviamente per l’aleatorietà della decisione di tenere lontano dalla porta un bomber straordinario come il Pipita.
Mandzukic non ha trovato il gol, non si è divertito, ha fallito le occasioni che gli sono capitate contro il Palermo. Ha evidenziato nervosismo. Ha litigato con gli avversari (brutta scenata con Jajalo) ma anche con Lemina, insomma per lui non è stata una partita facile. E in generale non è sembrata efficace la combinazione tattica con Higuain, i due centravanti omologhi schierati uno davanti all’altro nella speranza di aumentare una potenza offensiva già di base più che efficace.
Resta il dubbio, quindi, sulla reale utilità di Mandzukic nei meccanismi d’attacco di questa Juve. Un anno fa c’erano Morata e Zaza, con le loro preziose peculiarità, a garantire alternative fantasiose al gioco d’attacco intorno a Dybala e allo stesso Mandzukic. Quest’anno la presenza pesantissima di Higuain condiziona le scelte, prescindere dall’argentino non è facile, puntare su quella che rischia di apparire come una copia sbiadita non è saggio. E intanto il gigante Mandzukic s’intristisce. Fino al prossimo gol, magari nella sua Croazia.