AFP/Getty Images
Un David di Donatello a Totti e Spalletti
Ieri sera grande festa per il cinema italiano con l’assegnazione dei prestigiosi premi “Donatello” che rappresentato un poco gli “Oscar” di casa nostra. Parata di stelle e un bacio collettivo rivolto al cielo per salutare Karina Huff, che se era andata poche ore prima a solo 52 anni lasciando in tutti noi il ricordo della bionda inglesina con la quale l’intera generazione maschile degli Anni Ottanta avrebbe sognato fidanzarsi dopo aver visto “Sapore di mare”. Una bella festa, in ogni caso, la cui partecipazione a livello di ascolti televisivi molto alti ha confermato quanto e come l’industria cinematografica italiana possieda una valenza importante per l’economia del nostro Paese, per la nostra cultura e per il piacere della gente. Un movimento, insomma, che condivide il gradimento popolare con il calcio e con la musica.
Assenti, in sala, Luciano Spalletti e Francesco Totti. Perché proprio loro due? Molto semplice. Perché sia l’allenatore della Roma e sia il capitano avrebbero a mio avviso meritato almeno una passerella sul red carpet, se non addirittura un momento di gloria sul palco delle premiazioni. Non è accaduto soltanto perché le loro performances artistiche erano andate in onda poche ore prima e quindi non ci sarebbe stato materialmente il tempo per allestire un nuovo set. Per quel che si era potuto vedere e ascoltare nel pomeriggio a Trigoria, la strana coppia avrebbe comunque meritato una menzione se non proprio una statuetta come migliore interpretazione di attori non protagonisti.
Rilassati, sorridenti e in perfetta forma fisica a scambiarsi battute amichevoli e a darsi fraterne pacche sulle spalle. Così sono stati immortalati dalle telecamere di emittenti assortite al centro del campo mentre osservavano i giocatori giallorossi impegnati in una partitella. Spalletti l’allenatore. Totti il suo vice. Questo sembravano i due “nemici” che in quel momento, per chi non fosse stato al corrente di ciò che era accaduto domenica a Bergamo, potevano essere scambiati per “quasi amici” se non addirittura proprio sodali. Veniva difficile immaginare che tra queste due persone soltanto poche ore prima fossero volati insulti assortiti e forse anche qualche ceffone. E alla fine dell’inatteso show ecco la notizia più interessante. Spalletti e Totti sarebbero andati a cena insieme e, chissà, forse avrebbero concluso la serata con una bella partita di carte a scopone scientifico. Sul piano della civiltà, della buona educazione e del senso della ragione e della professionalità aziendale il comportamento dei due è da ritenersi quanto mai lodevole. Ma egualmente non può fare a meno di sorgere la necessità di una riflessione.
Per tutta la serata di domenica e per buona parte del giorno dopo gli italiani del pallone si erano scannati sulle radio, nelle televisioni e sul web schierandosi a favore o contro i protagonisti della “querelle” del momento oscurando persino le notizie sul referendum per le trivelle. Fior di commentatori e di notisti sportivi si erano lanciati in analisi assortite per tentare di dare un senso alla gazzarra giallorossa che, per la verità, un senso non aveva. Gli amanti delle statistiche, infine, riesumavano altri “scontri” storici del passato tra allenatori e giocatori. Da Anastasi e Parola a Herrera e Angelillo. Da Sivori e Heriberto a Vieri e Lippi. Da Rivera e Berlusconi a Maradona e Ottavio Bianchi. Da Conte e Del Piero a Casssano contro tutti. I più noti e clamorosi. L’enciclopedia del calcio è ricca di storie simili dal finale scontato. Nessuno di loro, però, era andato a cena insieme dopo essersi pubblicamente mostrato amico e complice del “quasi nemico”. Ecco perché Spalletti e Totti avrebbero meritato perlomeno una menzione dalla giuria del “Donatello”. Una commedia all’italiana, molto “fiction” e parecchio da avanspettacolo con il vantaggio, però, di essere stata rappresentata almeno senza la necessità di pagare il biglietto. In quanto alla presa per i fondelli e al tempo buttato a parlare del nulla…beh, ce ne faremo una ragione. Come si dice, anche questo è il calcio baby!
Assenti, in sala, Luciano Spalletti e Francesco Totti. Perché proprio loro due? Molto semplice. Perché sia l’allenatore della Roma e sia il capitano avrebbero a mio avviso meritato almeno una passerella sul red carpet, se non addirittura un momento di gloria sul palco delle premiazioni. Non è accaduto soltanto perché le loro performances artistiche erano andate in onda poche ore prima e quindi non ci sarebbe stato materialmente il tempo per allestire un nuovo set. Per quel che si era potuto vedere e ascoltare nel pomeriggio a Trigoria, la strana coppia avrebbe comunque meritato una menzione se non proprio una statuetta come migliore interpretazione di attori non protagonisti.
Rilassati, sorridenti e in perfetta forma fisica a scambiarsi battute amichevoli e a darsi fraterne pacche sulle spalle. Così sono stati immortalati dalle telecamere di emittenti assortite al centro del campo mentre osservavano i giocatori giallorossi impegnati in una partitella. Spalletti l’allenatore. Totti il suo vice. Questo sembravano i due “nemici” che in quel momento, per chi non fosse stato al corrente di ciò che era accaduto domenica a Bergamo, potevano essere scambiati per “quasi amici” se non addirittura proprio sodali. Veniva difficile immaginare che tra queste due persone soltanto poche ore prima fossero volati insulti assortiti e forse anche qualche ceffone. E alla fine dell’inatteso show ecco la notizia più interessante. Spalletti e Totti sarebbero andati a cena insieme e, chissà, forse avrebbero concluso la serata con una bella partita di carte a scopone scientifico. Sul piano della civiltà, della buona educazione e del senso della ragione e della professionalità aziendale il comportamento dei due è da ritenersi quanto mai lodevole. Ma egualmente non può fare a meno di sorgere la necessità di una riflessione.
Per tutta la serata di domenica e per buona parte del giorno dopo gli italiani del pallone si erano scannati sulle radio, nelle televisioni e sul web schierandosi a favore o contro i protagonisti della “querelle” del momento oscurando persino le notizie sul referendum per le trivelle. Fior di commentatori e di notisti sportivi si erano lanciati in analisi assortite per tentare di dare un senso alla gazzarra giallorossa che, per la verità, un senso non aveva. Gli amanti delle statistiche, infine, riesumavano altri “scontri” storici del passato tra allenatori e giocatori. Da Anastasi e Parola a Herrera e Angelillo. Da Sivori e Heriberto a Vieri e Lippi. Da Rivera e Berlusconi a Maradona e Ottavio Bianchi. Da Conte e Del Piero a Casssano contro tutti. I più noti e clamorosi. L’enciclopedia del calcio è ricca di storie simili dal finale scontato. Nessuno di loro, però, era andato a cena insieme dopo essersi pubblicamente mostrato amico e complice del “quasi nemico”. Ecco perché Spalletti e Totti avrebbero meritato perlomeno una menzione dalla giuria del “Donatello”. Una commedia all’italiana, molto “fiction” e parecchio da avanspettacolo con il vantaggio, però, di essere stata rappresentata almeno senza la necessità di pagare il biglietto. In quanto alla presa per i fondelli e al tempo buttato a parlare del nulla…beh, ce ne faremo una ragione. Come si dice, anche questo è il calcio baby!