Un cappuccino con Sconcerti: siamo tutti con l'Ucraina, ma anche con i russi innocenti
Mario Sconcerti
Mi piacerebbe essere contro l’invasione dell’Ucraina pensando sempre e soltanto con i miei consueti canoni di giudizio, senza portare la mente all’ammasso. Se ho un amico russo, che faccio? Non devo vederlo più? E perché, perché è russo? Questa è discriminazione, non lotta democratica. Cerchiamo di distinguere tra le persone e le cose, anche adesso che il mondo ci sta sfuggendo di mano. Una cosa è il direttore artistico della Scala che si dichiara nazista e a favore dell’invasione, altra cosa le migliaia di angoli di vita russi che non c’entrano niente con l’Ucraina, che si ribellano nelle piazze di Mosca, di San Pietroburgo e che noi siamo comunque costretti a emarginare. Se dobbiamo farlo perché la guerra è anche questo, facciamolo. Ascolta "Siamo tutti con l'Ucraina, ma anche con i russi innocenti" su Spreaker.
Ma non c’è da esserne orgogliosi. L’orgoglio è stare dalla parte di chi sentiamo vicini, qualunque nazionalità abbiano. Io non rappresento l’Italia, rappresento me stesso. Quanti russi non sono d’accordo con Putin? Perché dobbiamo tirare una riga e dichiararli tutti inaccettabili, tutti da punire? Scusate, ma non si può detestare il fascismo e comportarci da fascisti.