Un cappuccino con Sconcerti: Allegri ha giocato una non partita, ma era l'unica possibile. Il miracolo dell'umiltà, in stile alla De Sica
Mario Sconcerti
Allegri ha fatto l’unica partita che era possibile stavolta, una non partita che non poteva essere annunciata. Nessuno potrà dire che questo è il vero calcio, che questa è la vera Juve. Ma non c’erano altre strade che accettare se stessi, dirsi che l’avversario era più forte e il sentiero che restava era soltanto un contropiede lungo, occasionale, affidato al più grande contropiedista che ci sia, il giovane Chiesa. La cosa nuova è che la squadra ha accettato questa soluzione che la svaluta, che le racconta una realtà da cui giocatori “inallenabili” sfuggono ogni giorno da più di due anni. Essere dietro gli avversari, guardarli giocare, sfiorarli a tradimento e batterli arrossendo quasi di vergogna. Ascolta "Allegri ha giocato una non partita, ma era l'unica possibile. Il miracolo dell'umiltà, in stile alla De Sica" su Spreaker.
E’ stata una partita esemplare di un calcio che non sarà mai davvero vecchio perché parte dal riconoscimento dei propri limiti. E’ il miracolo dell’umiltà, il neorealismo alla De Sica, le storie di strada pulita alla Pratolini. Ci sono sere in cui il calcio interpreta molte più cose di se stesso. In quelle sere, non va capito, nemmeno troppo glorificato. Va solo goduto come una chance di tutti di poter vincere qualcosa che non sarà mai davvero nostro.