Un cappuccino con Sconcerti: Allegri, è intellettualmente disonesto negare il fallimento della Juve
Mario Sconcerti
Non credo che “fallimento” sia un termine improprio nel caso della Juve e la sua strada in Champions. E’ un termine esagerato di per se stesso, ma esprime bene il senso di questi quattro anni di eliminazioni precoci contro avversari di seconda fascia. Deve averla pensata così anche la Juve se è vero che ha messo alla porta lo stesso Allegri, poi Sarri, poi Pirlo, tutti colpevoli di aver fallito la Champions. Quanto alla disonestà intellettuale evocata bruscamente da Allegri nei confronti di chi avesse pronunciato quelle parole riferendosi a lui, l’accostamento di Allegri assomiglia un po’ al sillogismo ingenuo di Forrest Gump sulla stupidità: stupido è chi stupido fa. Cioè chi ne parla conosce bene l’argomento. E Gump aveva il forte sospetto che ai suoi ragionamenti mancasse qualcosa. D’altra parte quando alla vigilia del campionato tornò alla Juve, la prima cosa che Allegri disse fu la più giusta e la più ovvia: bisogna vincere, è l’unica cosa che conta. Sarebbe intellettualmente disonesto negare adesso che allora c’è stato un fallimento.