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Uefa e multiproprietà, un problema per PIF fra Milan e Newcastle? Cosa dice il regolamento
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SI PUÒ FARE! - Sebbene sia difficile che questo possa avvenire l'anno prossimo, data la classifica dei Magpies in Premier e quella dei rossoneri in Italia, il ragionamento non può limitarsi alla stagione 2024/25, il primo con la nuova super-Champions League, ma dovrà essere fatto ad ampio raggio anche per il futuro. Ma cosa dice il regolamento? Esistono già dei casi che fanno giurisprudenza? Si può aggirare il problema? La risposta è sì, ma va approfondita.
COSA DICE IL REGOLAMENTO, LE LIMITAZIONI - Il discorso multiproprietà è regolamentato all'interno dell'articolo 5 del regolamento Uefa per garantire l'integrità delle competizioni. I criteri sono i seguenti:
- Nessun club, persona fisica o giuridica partecipante a una competizione per club UEFA può, direttamente o indirettamente: 1) detenere o negoziare titoli o azioni di qualsiasi altro club partecipante a una competizione per club UEFA;. 2) essere membro di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione per club UEFA. 3) essere coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club partecipante a una competizione per club UEFA. 4) detenere la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti. 5) avere il diritto di nominare o rimuovere la maggioranza dei membri dell'organo amministrativo, direttivo o di vigilanza del club. 6) poter esercitare con qualsiasi mezzo un'influenza decisiva nelle decisioni del club.
- il club che si qualifica per merito sportivo alla competizione per club UEFA più prestigiosa (ovvero, in ordine decrescente: UEFA Champions League, UEFA Europa League o UEFA Europa Conference League).
- in caso di qualificazione alla stessa competizione il club che si è classificato al primo posto nel campionato nazionale ordinato per ranking per nazioni in caso di parità
- il club la cui associazione si trova al posto più alto nel ranking.
I PRECEDENTI - La camera di controllo della Uefa nel corso degli ultimi anni si è già più volte pronunciata su questo genere di casi e sono 3 in particolare le sentenze che fanno giurisprudenza di cui una riguarda proprio il Milan Si tratta della proprietà di Aston Villa (Inghilterra) e Vitória Sport Clube (Portogallo), Brighton (Inghilterra) e Union Saint-Gilloise (Belgio e infine di Milan e Tolosa (Francia) con il fondo Red Bird proprietario di entrambi i club. A questo va poi aggiunto il caso Red Bull con Lipsia e Salisburgo.
MILAN-TOLOSA LA SENTENZA SU REDBIRD - Come ha potuto Gerry Cardinale aggirare il problema della proprietà fra Milan e Tolosa? L'investitore americano per consentire le partecipazioni dei due club rispettivamente a Champions ed Europa League si è dimesso (insieme ad altri 3 membri RedBird) dal Consiglio di Amministrazione del club francese eliminando la propria possibilità di esercitare il controllo o anche soltanto partecipare alle assemblee direttive del club anche in sede di bilancio. Inoltre i due club hanno pattuito la rispettiva indipendenza sottoscrivendo il divieto a scambi di giocatori fino al 30 settembre 2024, il divieto a siglare accordi commerciali congiunti e all'utilizzo di strumenti di scouting condivisi.
COSA SERVIRÀ? - In sostanza, come dimostrato dai casi precedenti e da quelli che sono in ballo oggi (il City Group proprietario di Manchester City e Girona), ma anche in base a quanto concesso a Lipsia e Salisburgo, ciò che conta è l'indipendenza dell'organo di controllo dei rispettivi club. Chi è all'interno non può e non deve avere legami, pressioni, condivisioni anche economiche fra le due società.