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Udinesemania - Il 9 e 10
Due mesi di astinenza forzata dai tre punti, tante pause, prestazioni intermittenti e una classifica che si era assai complicata hanno portato ieri la formazione di mister Gotti all'epilogo decisivo: vincere e continuare sul percorso tracciato, perdere e cambiare tutto per l'ennesima volta.
È andata bene ai bianconeri, capaci di non perdere la testa dopo un primo tempo thriller fatto di botta e risposta tra Deulofeu e la coppia Berardi-Frattesi, di rimettersi in carreggiata grazie a Molina (con la complicità proprio del giovane centrocampista neroverde) in chiusura di prima frazione e di piazzare, poi, nella ripresa il definitivo sorpasso con la rete dell'ormai solito Beto.
Ora la sosta, che permetterà - si spera - di lavorare ancora sul 4-2-3-1, modulo che sicuramente ha ridato slancio alla bianconera e divertito il pubblico friulano. Il cantiere è ancora aperto, c'è tanto da fare in vista della ripresa e degli scontri diretti con Torino e Genoa ma la strada imboccata sembra poter essere quella giusta.
Nel frattempo Gotti, salvo per ora dopo le tante voci di esonero dell'ultima settimana, può godersi un pizzico di serenità e soprattutto due giocatori che anche ieri hanno fatto la differenza. Il 9, Beto, e il 10, Deulofeu.
Il centravanti portoghese continua a segnare. Gol mai banali, sempre decisivi. Il suo quarto centro in campionato - non è poco per un attaccante alla sua prima stagione in Serie A - equivale al ritorno dei tre punti. La sua partita va però ben oltre quel tap-in a porta vuota su assist di Pereyra. 90' minuti di sportellate con un altro peso massimo come Chiriches, progressioni in campo aperto, tanto lavoro sporco al servizio della squadra. Il classe '98 non è più una sorpresa, è un giocatore già pronto per recitare un ruolo importante in questa Udinese. Dopo anni fatti di falsi nueve, finte punte come Lasagna, o giocatori adattati alla causa ecco finalmente quel che serviva.
Lo spagnolo, invece, è il vero leader tecnico della squadra, colui che ha raccolto il testimone da De Paul. Gente con la sua classe, con la sua capacità di saltare l'uomo e creare superiorità numerica ce n'è poca almeno in Italia. Di partita in partita si sta ritrovando, avvicinandosi ai livelli dei tempi del Milan e del Barcellona. Fa piacere rivederlo giocare in questo modo. Dopo un anno e mezzo di calvario, dopo che tanti ormai lo consideravano ormai finito, questa per lui è una gran bella rivincita. Con il 10 sulle spalle - numero che a Udine è stato vestito da illustri predecessori, gente che ha segnato la storia del club come Zico e Di Natale - prenda per mano l'Udinese e la porti in alto. Lo può fare.