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    Udinesemania - Bianconeri da parte destra della classifica

    Udinesemania - Bianconeri da parte destra della classifica

    • Stefano Pontoni
    "Ci sono ancora sette partite prima della sosta di Natale e noi vorremo usarle per arrivare nella parte sinistra della classifica, quella dove dovremmo essere e non ci siamo solo per alcuni episodi sfavorevoli in questa prima parte di campionato", parola di Pierpaolo Marino. La realtà dei fatti, però, racconta tutta un'altra storia.​ 

    Torino i bianconeri incappano nell'ennesima sconfitta in trasferta, dopo una partita giocata con la giusta grinta soltanto per una ventina minuti (l'assalto finale dopo il gol su punizione di Forestieri). Prima un vuoto totale, con metà della squadra di molto al di sotto della sufficienza. Non basta questa volta la scossa dell'ultimo quarto d'ora per tornare a Udine con un punto. Alla fine il risultato è più che giusto nonostante i granata di Juric non abbiamo impressionato più di tanto e in parecchie occasioni siano stati salvati dalle parate provvidenziali di Milinkovic-Savic.

    Se le prestazioni in campo sono queste, se gli errori continuano a ripetersi medesimi di settimana in settimana, se non c'è un barlume di miglioramento complessivo diventa assai difficile ipotizzare un qualsivoglia salto in classifica. Non c'è continuità, non c'è una crescita costante. 

    L'Udinese ad oggi è assai distante, non solo nei punti ma soprattutto nel gioco e nella crescita dei singoli, da quelle che sono le attese della società. 14 punti in 13 giornate (2 in meno rispetto ad un anno fa) sono un bottino troppo scarso, praticamente inaccettabile per chi in estate ha puntato sull'operazione rilancio. Vero che De Paul e Musso se ne sono andati ma gli investimenti ci sono stati e vanno fatti rendere.

    Domenica contro il nuovo Genoa di Sheva sarà l'ennesimo nodo cruciale, partita da dentro o fuori in primis per mister Gotti, colpevole di non essere riuscito in questi mesi a dare una vera anima alla squadra. Non è una novità assoluta, tutt'altro. Già contro il Sassuolo il tattico si era giocato il posto. La panchina per ora ora è salva ma più per mancanza di una valida alternativa che per risultati. Il suo destino non è ancora del tutto segnato ma le prossime partite sono esami da non sbagliare assolutamente. Il toto allenatore nel frattempo è già partito. Donadoni, Maran, gli ex Stramaccioni e Velazquez sono tutti nomi buoni anche se è assai difficile fare previsioni quando di mezzo ci sono i Pozzo. 

    La rosa sembra avere potenzialità, in estate sono arrivati dei giovani interessanti ma manca tutto il resto. Manca la cosiddetta spina dorsale, manca il coraggio di rompere con il passato e imporre una nuova idea di calcio, mancano anche gli obiettivi di spogliatoio, quella voglia di andare a prendersi il risultato. L'Udinese a tratti anche gioca, mette in mostra una qualità media discreta ma poi si sgonfia alla prima difficoltà. I tanto attesi giovani, Beto a parte, sembrano ancora dei corpi estranei, dei giocatorini al di fuori dei piani tecnici a cui concedere qualche minuto qua e là. Samardzic, tanto per fare un nome a caso, resta ad oggi ai margini. Perfino i leader, chi dovrebbe trascinare il gruppo fa una partita buona e due no. Pereyra irriconoscibile, fuori forma e fuori ruolo, Pussetto assente, Deulofeu spento. Se girano male loro figuriamoci gli altri.

    Un passo avanti e due indietro, così perfino il cammino verso la salvezza si fa più impervio del previsto. 


     

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