Portava la maglia numero 10 del Vicenza e il codino, pilastro dei biancorossi e giocatore fra i più estrosi dei berici in uno dei momenti più alti della loro storia. Se avete pensato a Roberto Baggio vi siete sbagliati, perché il giocatore in questione era Fabio Viviani, nato in Toscana, cresciuto in Lombardia e consacratosi come calciatore in terra veneta. Oggi Viviani è il numero due di Francesco Guidolin, l’uomo di fiducia del tecnico di Castelfranco proprio dai tempi di
Vicenza.

È lì che è nato l’incontro tra i due ed è lì che sono partite le fortune di tutti i soggetti coinvolti: estate 1993, il Vicenza è reduce dal primo campionato di Serie B dopo un lungo purgatorio in C1 nel quale ha persino rischiato di sprofondare più in basso, Viviani è uno dei giocatori più rappresentativi e il capocannoniere dei suoi nel campionato cadetto. Arriva Guidolin, giovane rampante in cerca di riscatto dopo la sfortunata esperienza all’Atalanta. Da lì nasce una squadra indimenticabile che il tecnico conduce con maestria prima alla Serie A, poi alla storica Coppa Italia, infine alla semifinale di Coppa delle Coppe. Viviani c’è sempre e resta anche quando Guidolin lascia per la prima tappa a Vicenza. È il 1998 e le due strade si separano: Guidolin va a Udine nella sua prima tappa in Friuli e Viviani resta in Veneto quasi fino a fine carriera, dopo 244 partite disputate in biancorosso.