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    Udinese, Palumbo e l'eredità di De Paul. Diviso fra Italia e Norvegia, ha perso l'Inter per le norme Figc

    Udinese, Palumbo e l'eredità di De Paul. Diviso fra Italia e Norvegia, ha perso l'Inter per le norme Figc

    • Emanuele Tramacere
    Atri 5 minuti dopo i 56 da titolare ad inizio stagione contro lo Spezia e la crescita di Martin Palumbo con la maglia dell'Udinese prosegue a ritmi spediti al punto che in vista della prossima stagione, il suo inserimento nella prima squadra del club friulano procederà senza sosta. Lui che quest'anno con la Primavera di Massimiliano Moras ha giocato poco, solo 7 uscite, condite comunque da 3 reti.

    EREDE DI DE PAUL - Palumbo nasce in Norvegia da padre italiano e madre norvegese, ma vive fin da piccolo in Italia in un paese vicino a Udine. Ha caratteristiche spiccate in zona gol al punto che da piccolo gioca a lungo da attaccante. Poi nel balzo in Primavera il cambio di strategia con la società Friulana che lo sposta 40 metri più indietro trasformandolo da punta a centrocampista centrale: "All'inizio fu traumatico perché non capivo e a me piaceva fare gol e creare gioco per i compagni in attacco. Poi però ho capito e ora vedo il campo davanti a me e posso fare lo stesso con più ampiezza". Oggi Palumbo è un centrocampista completo che può giocare sia da regista, che da mezzala e anche da trequartista. Vi ricorda qualcuno? E perché proprio quel Rodrigo De Paul che a fine stagione potrebbe lasciare l'Udinese aprendo spazio alla sua eredità?

    PERSE L'INTER OER LE NORME FIGC - E pensare che la storia di Palumbo sarebbe potuta cambiare a 14 anni quando il suo talento fu notato dall'Inter con cui fece diversi provini. Il club nerazzurro gli chiese di aspettare perché le norme FIGC non consentono il trasferimento di calciatori così giovani al di fuori della regione di residenza. Palumbo non aspettò perché sul tavolo aveva anche l'offerta dell'Udinese che, come da lui raccontato: "Mi permetteva di restare a casa, vicino alla famiglia". 

    DIVISO FA ITALIA E NORVEGIA - Martin è infatti molto legato alle sue doppie origini. Parla 4 lingue e questo lo aiuta in tutti i contesti sportivi con cui si è confrontato, fra cui anche le selezioni giovanili sia dell'Italia che della Norvegia. Non ha ancora scelto da che parte stare perché si sente perfettamente diviso a metà al 50% fra le sue due nazionalità e valuterà soltanto più avanti il progetto migliore. Progetto che, nell'immediato, risponde ai colori bianconeri dell'Udinese, che punta fortemente su di lui al punto da averlo blindato fino al 30 giugno 2025 per spegnere tutti i rumors di mercato che già si stavano scatenando su di lui. Gotti si fida e lo vedremo sicuramente ancora in campo in Serie A.

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