Udinese, Nicola: 'Salvezza e gioco propositivo la mia missione. Squadra giovane? Non può essere un alibi'
Davide Nicola si presenta in conferenza stampa come nuovo allenatore dell'Udinese: "Sono l'ultimo, in ordine temporale, ad arrivare qui come tecnico, prima di me tanti hanno fatto la storia. Stimo Guidolin. L'Udinese rappresenta un'eccellenza, bisogna lavorare e confrontarsi con culture diverse. Per me è importante anche lavorare con la famiglia Pozzo e il direttore Pradè. Poche tre punte e si compra a gennaio? Domanda da rivolgere al direttore. Non ho ancora visto tutti i calciatori, posso scoprire le loro potenzialità. La fame è tanta, voglio iniziare a lavorare con i ragazzi: ci renderemo conto di come stare in campo, questo è sempre frutto di equilibrio che è fondamentale per ottenere il massimo da ogni componente della rosa. Sono qui perché pretendo il massimo da me stesso, dedicherò tanto tempo ai ragazzi. Il mio calcio è organizzato, voglio coinvolgere tutti: certo, gli undici nazionali fanno perdere tempo, sono giorni di lavoro persi per conoscerci. Lasagna? Può fare la prima punta, ma è un ragazzo portato ad attaccare la profondità e non ama giocare spalle alla porta. Per caratteristiche ama giocare con una seconda punta: scoprirò quando potrò allenarlo. Cosa mi ha chiesto la società? E' stata pratica, risconosce il fatto che in Serie A dopo dodici gare sei terzultimo, quindi bisogna conquistare punti e uscire da una situazione difficile. Dopo aver lavorato con i ragazzi, sarò più preciso nel rispondere sulle potenzialità della squadra, ora consolideremo il gruppo e ogni cambio porta adattamenti. Proverò ad avere il 100% da ogni giocatore, poi voglio dimostrare alla piazza di poter mantenere una proposta di gioco coraggiosa pur mantenendo equilibio, adattandola anche agli avversari che sfideremo. Rosa giovane e non abituata a lottare per la salvezza? Ogni professionista, tecnico o calciatore, in A non può avere l'alibi di non essere pronto perché giovane. Ovviamente ci sono processi utili a maturare, è anche compito del tecnico, ma bisogna rendere tutti responsabili del percorso da fare, non bisogna migliorare solo individualmente. Lavoriamo tutti per un solo obiettivo. Roma? Il calendario non è semplice, avremo Roma e Sassuolo, poi Atalanta e Inter: tutti avversari competitivi. Possiamo vedere quanto crescere velocemente, contro avversari che sulla carta hanno qualità superiori. Progetto? Ho due certezze: in A è difficile ottenere risultati senza costruire, è difficile pensare fare bene se non si produce; allo stesso tempo sono convinto che serva avere una lettura del gioco che si basi sull'equilibrio, se capisco di poter attaccare devo farlo con determinazione, se in un altro momento una squadra ha qualcosa in più bisogna trovare il modo di proporre gioco senza prestare troppo il fianco. Ai ragazzi chiedo passione e dedizione, nonché voglia di restare sul campo per migliorare noi stessi. Quando saremo una squadra vera, potremo essere davvero competitivi. Ai ragazzi bisogna far capire che per arrivare all'eccellenza bisogna lavorare molto. Cristiano Ronaldo è un esempio per poter veicolare messaggi importanti: dedizione al lavoro, capacità di sopportare quel che si fa. La salvezza del Crotone è stata piacevole, ma rappresenta il passato: per me conta il presente per costruire il futuro, ho fatto uno step voluto e oggi chiedo a tutti di essere allineati, vogliamo tutti un solo obiettivo. Behrami leader? Non ho ancora interagito con i giocatori, non vedo l'ora di scendere in campo per l'allenamento e conoscerli. La leadership in un gruppo è plurale, ognuno ha le sue qualità e le deve mettere a disposizione in un determinato momento, tutti devono aiutare i propri compagni. Il mio carattere per trascinare il gruppo? Sono qui per fare il meglio possibile, non penso a cose irrealizzabili. Credo nel lavoro che propongo, altrimenti non potrei fare l'allenatore. Sono mentalmente libero, ho fame di apprendere anche se ho le mie convinzioni, sono stra-convinto che solo la dedizione e il lavoro possano portarmi a realizzare qualcosa di importante".