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Udinese, il dt Marino: 'Non vedo possibilità di finire il campionato: mi preoccupa anche il prossimo'
SCUDETTO – “Io non credo che ci sia chi possa gioire e essere orgoglioso di mettere in bacheca un titolo in una stagione così disgraziata, dove non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, dove a dominare sono le notizie atroci di un Paese in ginocchio. Poi se c’è chi ne ha voglia, lo faccia pure”.
RECESSIONE DEL CALCIO – “Io temo per l’economia di tutto il mondo, credo che siamo davanti a una situazione che non si può prevedere. E se crollano le banche? Il sistema calcio è sano e in una maniera o in un’altra ne uscirà lentamente fuori. Ma mi preoccupano altri fallimenti: quelli delle tante aziende che devono chiudere e che non si sa come apriranno”.
GESTIONE – “Come si gestisce un club stando a casa? Non bisogna fare nulla. Qui a gestire le cose è il Coronavirus, le notizie da brividi che gelano il sangue ogni momento. Impossibile pensare al calcio, a rivedere una partita”.
RIPRESA – “Ripresa a maggio? Bisogna prendere delle decisioni adesso per evitare di compromettere la prossima stagione. Io faccio uno scenario a tre mesi, nel breve termine: e non vedo possibilità che il sipario possa rialzarsi su questo campionato”.
LAZIO E NAPOLI – “I loro allenamenti che erano in programma in questi giorni? Magari c’è chi pensa di autoesaltarsi facendo tornare in campo le proprie squadre, ma è un modo per non rendersi conto della realtà”.
UEFA – “Tutto il caos in Italia nasce dalle titubanze dell’Uefa a rinviare Euro2020. Con il fiato alla gola delle nazionali, il timore di non farcela a chiudere in tempo i capionati, si è scelto di non fermarsi. Ma intorno ci sono scene apocalittiche che fino ad adesso abbiamo visto solo nei film e che mai prima d’ora pensavamo di vivere da protagonisti”.
CALCIO – “Immagino che certi introiti del passato nel breve periodo non saranno possibili. E dunque andranno ridimensionati i costi. Ma quel che conta è che sia l’economa globale a non andare in default perché altrimenti non c’è scampo per nessuno”.
STIPENDI – “È prematuro ogni tipo di discorso, ma ci sono già delle clausole di salvaguardia del calcio. Lo strumento della sospensione dello stipendio è uno di questi, per iniziare. In mancanza di una prestazione, non credo che sia un errore. Come fai a pagare se non giocano e non si allenano?”.
ATALANTA-VALENCIA – “È possibile sia stata una bomba ecologica, in 45mila persone si sono mosse pochi giorni prima che esplodesse la pandemia. Non si doveva giocare. Bergamo sta pagando un prezzo altissimo. Mi angoscia, mi addolora la sofferenza di quella città. Ho degli amici straordinari lì, cinque anni bellissimi: non ci sta una sola persona di quelle che conosco che non sia stata colpita da un lutto”.