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Ucraina, De Zerbi bloccato: 'Ci hanno svegliato le bombe'. Il campionato è sospeso
ATTESA – De Zerbi e il suo staff, già allertati da giorni sul rischio che corrono gli italiani che lavorano e risiedono in Ucraina, sono attualmente a Kiev, tornati dal ritiro in Turchia. Chi in casa come il tecnico, chi in albergo, con rispetto dell'impegno di lavoro. La Federazione calcistica ucraina ha da poco ufficializzato lo stop, i Minatori di Donetsk possono cessare di preparare la trasferta di dopodomani. Fino a ieri, come confermato proprio da un componente del gruppo di lavoro dell’ex Sassuolo, non c’erano novità, ma i fatti di stamattina hanno cambiato le carte in tavola. Un altro aggiornamento arriva su Facebook da Chiara Guerrini, moglie di Davide Possanzini, il vice di De Zerbi: "Davide e tutto lo staff sono ancora in Ucraina. Spazio aereo chiuso e non c’è benzina per tornare in macchina. Sono stati messi al sicuro e gli hanno consigliato di non muoversi. Grazie a tutti, vi aggiorno". Perché a Kiev? Perché sono otto anni che il Donbass, la regione di Donetsk, è coinvolto in operazioni militari, le stesse che adesso vengono estese a tutto il territorio.
QUESTIONE DI TEMPO - E’ stato proprio l’ex allenatore dello Shakhtar, Mircea Lucescu, attualmente alla Dinamo Kiev e con un passato in Italia, a dichiarare: "Tutta l'attività sportiva in Ucraina è stata sospesa per 30 giorni. Non lascerò Kiev per tornare in Romania, non sono un codardo. Spero che queste grandi persone senza cervello fermino questa guerra. Non avrei mai pensato fosse possibile". Probabilmente agli addetti ai lavori è stato comunicato in via informale ciò che poco fa è diventato ufficiale. Siamo alle porte della guerra, e c’è già chi, sui social, chiede che le formazioni russe siano immediatamente escluse dalle competizioni europee.