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    Fiorentina, tutti gli errori di Montella

    Fiorentina, tutti gli errori di Montella

    • Luca Cellini
    La gara di ieri sera valida per la semifinale di ritorno di Coppa Italia fra Fiorentina e Juventus, se da un lato ha messo in mostra la bravura da una parte del tecnico bianconero Max Allegri di disegnare tatticamente e motivare psicologicamente i suoi uomini, che sono riusciti a compiere l’impresa di ribaltare il due a uno in favore dei viola dopo il match di andata, ha di contro mostrato una serie di errori del mister gigliato Vincenzo Montella, che se non tolgono i meriti di quest’ultimo per un’annata comunque finora da protagonisti, denunciano comunque delle manchevolezze nella gestione dei 90 minuti di ieri.

    1) Approccio mentale sbagliato: la Fiorentina ha messo in evidenza contro la Juventus tutti i propri limiti psicologici. La squadra viola, forse inconsciamente, ha pensato dopo la gara di andata, di avere già in tasca il biglietto per la finale di Roma del 7 giugno prossimo, e, al netto dei gol annullati a Salah e Gonzalo Rodriguez, e di qualche decisione arbitrale, è affondata di testa già dopo il primo gol bianconero. Nessun giocatore ha saputo trascinare i compagni e Montella non  ha saputo dare la scossa né nell’intervallo, né coi richiami dalla panchina.

    2) Chiavi del gioco ad Aquilani: e’vero, alla Fiorentina mancavano sia il regista titolare, Pizarro, che il suo vice, l’adattato Badelj, ma aver affidato la creazione della manovra gigliata nei piedi e nella testa del centrocampista classe ’84 romano si è rivelato un errore perché il numero 10 viola è stato mangiato vivo tecnicamente dai mediani bianconeri, con poco filtro del talento del settore giovanile giallorosso anche su Pereyra trequartista, vera arma in più ieri sera della Juventus. Tornasse indietro forse il tecnico viola penserebbe a Kurtic che invece all’andata proprio contro la squadra di Allegri aveva fatto una signora partita, magari al posto di un sempre più spento Borja Valero.

    3) Impostazione tattica errata: con il 3-5-2 la Fiorentina ha affrontato i bianconeri di fatto con un ‘uno contro uno’ in difesa perché Allegri oltre alle due punte ha piazzato Pereyra fra le linee, che mai bloccato dalla linea mediana viola si è spesso presentato senza marcatura nell’area di rigore gigliata. All’andata i viola con una linea a quattro avevano sofferto molto meno sia in difesa che a centrocampo. Inoltre il tecnico gigliato non ha saputo variare modulo se non a match ormai compromesso, con Diamanti, pimpante già nella sfida di sabato scorso contro la Sampdoria, che, fosse entrato prima, avrebbe potuto dare una mano anche in fase di non possesso alla linea mediana in difficoltà già nel primo tempo.

    4) Fiducia ad alcuni senatori: Borja Valero è il fantasma del giocatore del primo anno e mezzo visto a Firenze, Gonzalo Rodriguez ha pagato un tour de force di impegni che lo hanno visto titolare anche in match non fondamentali, Alonso è in crescita ma denuncia forti limiti ogni volta che deve giocare davanti ad una linea difensiva a tre.

    L’errore della società: Montella, giustamente difeso dalla proprietà nel post gara, che ha ricevuto comunque parole di incoraggiamento da Diego Della Valle (“Abbiamo un tecnico bravo” ndr.) e che è stato rincuorato da Andrea Della Valle negli spogliatoi (“Onore alla Juventus ma la gara è stata decisa dagli episodi” ndr.) ha la grande attenuante di aver chiesto da oltre un anno un centrocampista capace di costruire gioco e di poter sostituire e prendere con il tempo il posto dell’intoccabile Pizarro. Il mister gigliato non è stato mai accontentato ed a gennaio scorso, a fronte dell’ottima e fortunosa operazione Salah, la partenza di Brillante (possibile vice regista), è stata surrogata con un esterno, Rosi, che ha giocato spiccioli di minuti fino ad oggi.

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