Calciomercato.com

  • Getty Images
    Troppe partite e troppi infortuni, Guardiola sbotta: 'I giocatori facciano sciopero, il calcio si ispiri all'NBA'

    Troppe partite e troppi infortuni, Guardiola sbotta: 'I giocatori facciano sciopero, il calcio si ispiri all'NBA'

    Si gioca tanto, si gioca troppo. Lo sappiamo tutti quanti, lo sanno tutti quanti ma nessuno muove un dito. Perché? Perché ormai il calcio è diventato un sistema nel quale ad un maggior numero di appuntamenti corrisponde una possibilità di introiti in costante aumento per chi è chiamato a generare entrate dall’evento calcistico e di tutto questo beneficiano chiaramente pure gli attori protagonisti. Se oggi allenatori e calciatori, soprattutto quelli ai livelli più alti, possono portare a casa cifre iperboliche dai rispettivi contratti è perché le occasioni di mettersi in vetrina sono in crescita esponenziale. Tutto perfetto? Assolutamente no, visto che di pari passo con l’aumento della cadenza delle partite è esploso il numero di infortuni, anche seri, a livello muscolare ed articolare. Il prezzo da pagare, si diceva, per fatturare come un’azienda e non più come un semplice atleta o un “normalissimo” tecnico. Ma le parole rilasciate da un mostro sacro come Pep Guardiola, riportate da The Athletic, fanno riflettere.

    COME L'NBA - “Utilizzo sempre l’NBA come esempio. Giocano 80 partite in pochi mesi, ma poi ne hanno 3-4 di stop. Se non partecipi alle Finals, giocatori e allenatori hanno tutto il tempo di rilassarsi, di rigenerarsi e di ripartire più forte. C’è soltanto una soluzione a tutto questo, che i calciatori prendano la parola e dicano basta, forse a quel punto Uefa e Fifa prenderebbero in esame la questione”, ha dichiarato l’allenatore del Manchester City. Che la passata stagione ha chiuso al 10 giugno con la finale di Champions League, dopo altre 60 partite prima di quella e con alle spalle per molti dei suoi migliori giocatori il primo Mondiale invernale.

    SCIOPERO - Ma l’attacco di Guardiola non si ferma qui e prosegue: “Io adoro le partite, il problema è che quando arriva un periodo di sosta dovrebbe essere adeguato. La questione è che i calciatori vengono spremuti e alla fine della stagione hanno un vero stop di soltanto 3 settimane! Dipende tutto da loro, forse sarebbe il caso che facessero uno sciopero contro tutto questo. Se vogliono cambiare le cose, devono muoversi in prima persona. Il calcio può continuare senza di me, ma senza di loro no”.
     

    Altre Notizie