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    Troppa politica per Ceferin: giro elettorale per la Serbia a inaugurare stadi col presidente

    Troppa politica per Ceferin: giro elettorale per la Serbia a inaugurare stadi col presidente

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Il tour dei due presidenti. È una strana campagna elettorale quella che si sta svolgendo in Serbia con vista sul voto per il rinnovo del parlamento fissato per il 17 dicembre. Si svolge con l'inaugurazione di stadi di calcio in giro per il Paese: ben tre nello scorso weekend, col presidente della repubblica serba Aleksander Vučić ansioso di prendersi il bagno di folla e il consenso facile. Pare che il tour sia disegnato per promuovere non già se stesso ma il figlio, pronto a lanciarsi in politica come il genitore. Quella del capo di stato serbo è una scelta che perpetua la fusione fra calcio e politica, ciò che da queste parti è un mix inscindibile. Ma l'elemento che più di tutti spicca in questo quadretto è la presenza di un altro presidente: Aleksander Ćeferin, numero uno dell'Uefa che da sempre è molto legato al calcio serbo (nonostante sia sloveno è tifoso del Partizan Belgrado, dal tempo in cui esisteva la Jugoslavia unita) ma soprattutto a questo capo di stato della Serbia.

    Il presidente dell'Uefa è stato in Serbia nei giorni scorsi, ufficialmente per presenziare alla gara fra la nazionale di casa e quella bulgara, giocata ieri sera e terminata con un pareggio (2-2) che ha dato alla squadra allenata dal commissario tecnico Dragan Stojkovic la qualificazione alla fase finale degli Europei. Ma come riferiscono i media serbi, Ćeferin ha presenziato anche all'inaugurazione di due dei tre stadi presso i quali Vučić ha fatto tappa durante lo scorso weekend, quelli di Zaječar e Leskovac.

    Non ha fatto in tempo a esserci pure a Loznica, ma pazienza. In compenso, è stata segnalata la presenza a una delle inaugurazioni da parte di Zoran Janković, sindaco di Lubiana e dunque connazionale di Ćeferin. A fare cosa? Mistero.

    I due presidenti hanno certificato che i nuovi impianti rispettano gli standard Uefa, ciò di cui le comunità locali dovrebbero andare orgogliose. Ma quale effettivamente sia stata la presenza delle medesime comunità locali alle inaugurazioni, non è facile da decifrare. Le cronache riferiscono che a popolare le celebrazioni fossero soprattutto militanti del Partito progressista serbo, la formazione del presidente Vučić, che è stato circondato anche da manifestazioni canore e artistiche tali da far ricordare a qualcuno i modi del vecchio stato comunista. C'è stato invece chi ha raccolto le lamentele di cittadini rimasti anonimi e pronti a stigmatizzare che quelle comunità avrebbero bisogno di ben altro, rispetto agli stadi. Ma si sa, il calcio è un infallibile strumento di propaganda. E non è da tutti portarsi dietro un presidente Uefa che fa endorsement.
     

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