
Trent'anni senza Pertini, Zoff: 'Sbagliò lui nello scopone mundial'
"Lo scopone, un po' come il calcio, equipara. Quando giochi a carte giochi a carte, non stai lì a dire presidente prego, dottore scusi… A fare i complimenti. Ci sentivamo tutti molto a nostro agio. E infatti quel giorno discutemmo molto. Causio tentò una 'ballata ciucca', come si dice in gergo. Una specie di trappola, calò un sette, Pertini lo lasciò passare e Bearzot prese di settebello. Tecnicamente parlando, una catastrofe. Pertini era uno che sapeva giocare, ma in quel momento accusò me di aver sbagliato. E io ovviamente lo rimproverai, sia pure con garbo, del contrario. Avevo ragione io e il presidente lo sapeva benissimo".
"Scese per primo dall'aereo, ma non toccò la Coppa del mondo: 'L’hanno vinta i calciatori', spiegò, e la fece portare giù dall’aereo a Bearzot. Poi al pranzo istituzionale, al Quirinale, chiese a me e al ct di sedere al suo fianco: 'E i ministri?', gli chiesero quelli del cerimoniale. La risposta fu straordinaria: 'Se trovano posto da qualche parte, bene, se no vanno al ristorante'".
"Un anno dopo quel trionfo mi ritirai dal calcio, una mattina mi arrivò una lettera dal Quirinale: 'Caro Zoff, io non dimenticherò mai la tua bravura nel Mundial e la tua bonarietà quando, tuo compagno in una partita a scopone sull’aereo che ci riportava a Roma, ti ho fatto perdere… Il tuo volontario ritiro dalle competizioni calcistiche mi addolora... Esci dopo tante vittorie, il cui ricordo ti conforterà nelle ore di solitudine. Sei stato un nome e un simbolo per tutti gli sportivi. Io sentirò nostalgia di te... Vieni a trovarmi. Giocheremo a scopone e cercherò di non fare più gli errori che mi hai giustamente rimproverato'".