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    Il Napoli costringe l'Inter a un catenaccio senza soluzioni alternative, chi piange davvero è l'Atalanta

    Il Napoli costringe l'Inter a un catenaccio senza soluzioni alternative, chi piange davvero è l'Atalanta

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Un gol e un punto per parte. Così resta tutto uguale il classifica. Anche un tempo per parte, ma il predominio nerazzurro nel primo tempo è stato moderato, mentre nella ripresa il dominio del Napoli è diventato soffocante per l’Inter. Risultato giusto, anche se non mancano le polemiche (comprensibili) su un episodio trascurato dal Var: mano di Dumfries impunita su conclusione di McTominay nel primo tempo. Qualcuno lo ricorderà a lungo.


    Tutti ricorderanno che Federico Dimarco è il primo calciatore a segnare su punizione, di sinistro, da quando lo stadio di Napoli è stato intitolato a Diego Armando Maradona. Il riferimento storico è aderente alla bellezza che fa rima con prodezza: punizione mitica, “alla Maradona", davvero. Una punizione che sarebbe stata bella e… beffa, per il Napoli, che ha poi catturato il pareggio con un secondo tempo in cui ha fatto di tutto e di più, costringendo l’Inter a un catenaccio senza soluzioni alternative. Alla fine è arrivato il gol di Billing. Giustissimo almeno così.

    Pagelline in ordine sparso per il Napoli. Eccole. Meret fa la sua solita prestazione affidabile, ma c’è il sospetto che non abbia piazzato alla perfezione la barriera sul gol di Dimarco. Di Lorenzo resta coinvolto nella zona dove l’Inter governa con più potenza, al pari di Rrahmani che cresce a partita in corso. Buongiorno sembra il più guardingo ma anche il più efficace della difesa. Non si poteva chiedere di più a Politano, vivacissimo, e tutto sommato nemmeno a Gilmour, la cui sostituzione esalta però Billing autore del pareggio che fa esplodere il sospirone di sollievo napoletano. Mentre da Lobotka era lecito aspettarsi più personalità, sempre piacevole da ammirare McTominay. E poi Spinazzola protagonista dell’episodio che nel primo tempo ha fatto infuriare i napoletani: mano di Dumfries evidente, anche se interpretata “sul corpo” dal Var. Mah… In attacco Raspadori troppo leggero, invece Lukaku assai presente (e potente) nel gioco, non solo di sponda.

    Il Napoli costringe l'Inter a un catenaccio senza soluzioni alternative, chi piange davvero è l'Atalanta

    Sul fronte Inter c’era qualche perplessità su Josef Martinez che però si è confermato ottimo, anzi eccellente nella ripresa. Bisseck e Acerbi hanno lottato con metodi e grinta d’altri tempi. Bastoni ha sofferto più del solito la vivacità napoletana nella sua zona. Dumfries al solito grande nelle corse e nelle rincorse, al pari di Barella unico centrocampista insostituibile. Dopo un primo tempo più che sufficiente, Calhanoglu costretto a uscire rimpiazzato da uno Zielinski senza apparente batticuore da ex. Mkhitaryan intelligente ma esausto alla fine. Thuram atletico e forse sostituito con troppa fretta da Correa. Infine Lautaro, ben presente all’inizio ma poi un po’ abbandonato a se stesso dal catenaccio nerazzurro nella ripresa. Su Dimarco ancora qualche parola: fa effetto, a ripensarci, che ai tempi di Conte all’Inter giocavano Young e Biraghi mentre lui rimaneva a guardare oppure andava in prestito.

    La classifica comunque resta invariata e chi piange davvero è l’Atalanta che ha sprecato l’occasione casalinga con il Venezia. Ma ci sarà ancora da divertirsi, in questo campionato che fa rima con equilibrato. 


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