Tre anni fa, Bearzot: ci portò sul tetto del mondo. Quanto ci manchi, caro ct
Caro Direttore,
tre anni fa si spegneva Enzo Bearzot.
Su di lui è stato scritto di tutto in particolare sul mondiale spagnolo quando la Nazionale conquistò il titolo.
Nel calcio di oggi i sentimenti non esistono , i procuratori e le tv sono ormai i proprietari del pallino del gioco. Persino la Nazionale del 2006 non la sento vicina , invece la formazione che scese in campo a Madrid quella domenica 11 luglio 1982 è sempre una delizia per gli occhi.
Recentemente mi è capitato di parlare telefonicamente durante una trasmissione radiofonica con Francesco Graziani , che a causa di un infortunio dovette uscire anticipatamente dal terreno di gioco del Bernabeu ,ebbene gli ho posto una sola domanda in merito alla figura di Enzo Bearzot.
A quel punto la voce di Graziani è cambiata, ho percepito una certa emozione nelle sue parole poiché ha descritto il suo ex CT come un padre che conosceva molto bene i suoi ragazzi.Quella squadra,oggi lo possiamo dire con molta serenità, era una famiglia. C'era una un'unità di intenti favolosa , ciascuno sapeva cosa dovesse fare in particolare nei momenti difficili.
In una delle sue ultime interviste, Bearzot, che era un appassionato di Jazz , parlava della sua squadra come di un'orchestra ben affiatata dove i giocatori, per essere uniti, necessitavano di condividere molto tempo insieme .
Ma questo non è sufficiente: Enzo diceva inoltre che si vede l'unità di una famiglia non nei momenti belli quando tutto è scontato, ma nelle difficoltà .Da lì ho percepito che il riferimento riguardasse quel celebre Italia - Brasile al Sarrià, quando si risvegliò Rossi.
Quella fu una partita straordinaria , macchiata purtroppo da un errore arbitrale per un gol regolare annullato ad Antognoni, ma Zoff ci tenne a galla in zona Cesarini con una parata decisiva .
Chissà che in Brasile i nostri occhi non possano godere delle giocate di un altro Rossi, che di nome fa Giuseppe, ma venne soprannominato Pepito proprio da Bearzot .
Ci manchi, caro Enzo .