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    Tra senatori e pezzi pregiati: Cairo costruisce il Toro del futuro

    Tra senatori e pezzi pregiati: Cairo costruisce il Toro del futuro

    E’ periodo di rinnovi in casa Toro. Il presidente Urbano Cairo, insieme al direttore sportivo Gianluca Petrachi (fresco di nuovo biennale pure lui), sta pian piano allungando i contratti di chi è in scadenza. O, anche, dei pezzi pregiati in rosa, così da non ripetere l’errore commesso in passato, come con D’Ambrosio: perdere a prezzo di saldo un giocatore che aveva puntato i piedi. E’ questa la strategia dei massimi dirigenti di via Arcivescovado, che guarda al futuro, confermando i senatori e blindando i pezzi grossi.

    Nella prima direzione vanno letti i rinnovi di quattro giocatori, obiettivamente in là con gli anni, agli sgoccioli della carriera, ma indispensabili nell’equilibrio dello spogliatoio. Cesare Bovo, Emiliano Moretti, Alessandro Gazzi e Giuseppe Vives: tutti del giro degli anni ’80, che hanno deciso di chiudere la propria carriera sotto la Mole, sponda Toro. Quattro elementi fondamentali, in campo come fuori. Mai una parola fuori posto, prestazioni sempre oltre la sufficienza e la responsabilità di dover far crescere i giovani alla loro ombra. E’ così che Vives fa da chioccia al giovane Prcic, e Moretti insegna i trucchi del mestiere al classe ’94 Gaston Silva. Gazzi e Bovo? Fondamentali nel sostituire i titolari, qualora siano infortunati o squalificati: da settembre manca Maksimovic, la sua assenza è pesante, ma il difensore ha fatto e sta facendo di tutto per non far rimpiangere il forte centrale serbo.

    Ma in casa Toro, si diceva, si blindano anche i gioielli. Quei giocatori arrivati da sconosciuti, o quasi, e adesso valgono una fortuna. Bruno Peres, ad esempio, che in estate sembrava già venduto alla Roma, è poi rimasto con Ventura, e proprio nella mattinata di oggi ha rinnovato il contratto: scadeva nel 2018, ora ha prolungato per altri due anni, fino al 2020. Una prova di forza da parte della società, che da una parte ha accontentato il giocatore offrendogli un cospicuo aumento d’ingaggio (praticamente raddoppiato, dai circa 400 mila agli 800 mila attuali), ma dall’altra ha fatto capire che c’è un progetto, ed è molto interessante. In questo modo, poi, ha avvisato tutte le big pronte a partire all’assalto del terzino: il prezzo lo fa Cairo, non il contrario, e tutti sanno quanto il presidente sia un osso duro nel vendere i suoi gioielli. All’appello, ora, mancano soltanto capitan Glik e il serbo Maksimovic. Ma se i casi più spinosi, come Maxi Lopez e Bruno Peres, sono stati risolti in pieno, non ci saranno particolari problemi a rinnovare con le due colonne difensive del Toro di oggi e di domani.  

    Emanuele Pastorella
     

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