Totti:| Uno schiaffo all’ingiustizia
Nella concitazione del momento, con ilcalcio da dietro subìto da Olivera e l’assurda espulsione, ci si è dimenticati di quanto fosse successo nel primo tempo di Roma-Lecce. Ci si è dimenticati di quel duro contrasto che aveva fatto volare FrancescoTotti a terra facendogli battere violentemente la testa.
Per qualche secondo l’Olimpico è rimasto senza fiato. Poi il capitano si è rialzato perché non c’erano state conseguenze. Almeno per la testa. Perché in realtà nell’impatto aveva dato una bella botta anche alla spalla destra. Col passare delle ore il dolore è uscito fuori e Francesco è stato costretto a saltare l’allenamento di ieri a Trigoria e a fare solo un po’ di fisioterapia. Un problema che non dovrebbe impedirgli di essere al suo posto domani controil Basilea. La sua voglia di giocare è enorme, per sfogare la rabbia per un’espulsione che definire ingiusta è poco. E che, soprattutto, gli farà saltare il derby. Proprio oggi arriverà la decisione del giudice sportivo Gianpaolo Tosel, che stabilirà per quante giornate dovrà restare fermo. La Roma è già pronta a presentare ricorso nel caso in cui gli venissero dati due o più turni di squalifica. Questo sarebbe inaccettabile visto che Totti, dopo aver subìto fallo, non ha di fatto avuto alcuna reazione. Il timore è che la giustizia sportiva possa essere influenzata dal capannello di persone che si è creato attorno al capitano nel momento in cui Francesco stava correndo verso il sottopassaggio, facendo apparire la sua reazione più grande di quello che realmente è stata. Quell’assembramento, tutta quella gente, ha infastidito ancora di più Totti che sabato negli spogliatoi continuava a ripetere: «Non ho fatto niente, non ho dato nessuna manata, sono innocente,non meritavo l’espulsione». Vero, verissimo. Ma questo purtroppo non cambierà la sostanza e il derby dovrà viverlo da spettatore. Ora non gli resta che un solo modo per essere più forti delle ingiustizie:giocare, vincere e segnare. Menomale, in questo senso, che domani c’è il Basilea. Al St. Jakob-Park Francesco guiderà l’attacco giallorosso a caccia di tre punti che permetterebbero di riaddrizzare la classifica di un girone che al momento vede la Roma all’ultimo posto. Contro la Lazio sembrava scritto che dovesse arrivare il primo gol stagionale del capitano, ma Gervasoni ha rovinato tutto. E allora dovrà anticipare di qualche giorno l’appuntamento con la rete per arricchire il bottino internazionale, che già conta 35 centri. Uno di questi arrivò quasi 5 anni fa proprio contro il Basilea in Coppa Uefa. Era il 14 dicembre del 2005, era il primo anno di Spalletti sulla panchina giallorossa. E i risultati stentavano ad arrivare: in campionato si era reduci da 4 partite senza vittorie, tra cuil’1-4 in casa con la Juve e l’1-2 sempre all’Olimpico contro il Palermo. In quelle condizioni ci si avvicinò alla partita con gli svizzeri.Finì 3-1 per noi. La prima rete fu di Taddei, la terza di Nonda. In mezzo, quella diTotti con un bel destro da dentro l’area in posizione defilata. Ma la cosa più bella fu la sua esultanza: una corsa abbracciato a De Rossi verso la panchina del tecnico messo in discussione. Quell’abbraccio divenne poi totale, con tutta la squadra intorno a lui in un mucchio selvaggio. Fu in quel momento che per la prima volta si videro volare gli schiaffi dei compagni di squadra al goleador del momento. Quelle "pizze" intesta che furono uno dei simboli della Roma spallettiana. Dell’unione di intenti. La domenica successiva a quel 3-1, ci fu la trasferta di Genova con la Samp e lì nacquero anche il 4-2-3-1 e il Totti centravanti. Ruolo nel quale potrebbe giocare domani sera, almeno per una porzione di partita. Perché Ranieri, in vista del derby, dovrebbe ruotare gli altri attaccanti a disposizione lasciando Francesco per tutti i 90 minuti. Per trovare la vittoria e il gol, per non pensare al derby, quello che i compagni gli hanno detto di voler vincere anche per lui. Per ritrovare il sorriso, come 5 anni fa. Magari anche stavolta dal Basilea rinascerà una Roma da sogno.