Torres, da flop al Milan alla rinascita con l'Atletico: ecco di chi sono le colpe
Da giocatore bolso e completamente avulso al gioco del Milan, a bomber nuovamente implacabile capace di trascinare l'Atletico Madrid sul campo del Real e portarlo con una doppietta ai quarti di finale di Coppa del Re. Qual è il vero Fernando Torres? Possibile che l'ectoplasma ammirato nei suoi 4 mesi in Italia sia lo stesso giocatore per cui oggi si celebra una vera e propria resurrezione in Spagna dopo la grande prova al Bernabeu alla sua seconda partita dopo il ritorno con la maglia dei colchoneros?
COLPE A META' - Come suggeriscono gli antichi, la verità sta sempre nel mezzo e affrettarsi a bollare come clamorosamente sbagliata la scelta del club rossonero di privarsene senza troppi rimpianti in cambio di Cerci sarebbe troppo facile. Torres-Milan è il classico matrimonio che non si aveva da fare, per le difficoltà attuali che la squadra di Inzaghi sta attraversando sotto il profilo tecnico e per quelle che sono le caratteristiche del centravanti spagnolo. Da una parte, una formazione incapace di fare gioco se non attraverso le ripartenze e di fare arrivare i giusti rifornimenti agli attaccanti, dall'altra un calciatore in cerca di rilancio dopo i deludenti anni al Chelsea ma troppo lontano per brillantezza atletica e cattiveria a quel giocatore che fece impazzire le tifoserie di Atletico Madrid e Liverpool negli anni più ruggenti della sua carriera.
GLI ERRORI DEL MILAN - Come spesso accade, quando una relazione non funziona le colpe vanno distribuite equamente tra le due parti. Il Milan decise di puntare forte su Torres negli ultimi giorni del calciomercato estivo più per la volontà di regalare alla piazza un nome ad effetto e senza preoccuparsi di inserire all'interno di un gruppo con determinati concetti tattici un giocatore realmente funzionale. A questo si aggiunga che, dopo quasi 6 mesi di campionato, si fatica ancora a riconoscere l'impronta di Filippo Inzaghi su questa squadra: atteggiamento spesso sparagnino anche al cospetto di avversari meno blasonati e assenza totale di schemi e soluzioni offensive che mettano gli attaccanti nelle condizioni di fare male, tanto che progressivamente il centravanti classico è scomparso nell'undici del tecnico piacentino. In questo Milan, imbottito di mediani o di calciatori dagli scarsi contenuti tecnici, farebbe fatica anche il migliore dei bomber in circolazione...
L'APATIA DI TORRES - Di contro, al di là delle frasi di facciata dello stesso Inzaghi e dei suoi ex compagni di squadra, a Milanello non è proprio andato giù l'atteggiamento molle, quasi rinunciatario del Nino. Dietro all'unico gol segnato ad Empoli in 589', c'è soprattutto un ragazzo che anche in allenamento non ha mai dato l'impressione di avere il sacro fuoco che era lecito attendersi da un giocatore in cerca di riscatto e desideroso di dimostrare al Chelsea di poter essere ancora all'altezza in un campionato competitivo. Argomenti che evidentemente deve aver utilizzato nel modo migliore Diego Simeone, uno che delle motivazioni e della grinta ha fatto il suo credo nel suo percorso di allenatore vincente. In attesa di ulteriori riprove sul campo, Torres rischia di passare alla storia come uno dei più grandi rimpianti di mercato della storia recente in casa Milan e non solo. E voi da che parte state?
COLPE A META' - Come suggeriscono gli antichi, la verità sta sempre nel mezzo e affrettarsi a bollare come clamorosamente sbagliata la scelta del club rossonero di privarsene senza troppi rimpianti in cambio di Cerci sarebbe troppo facile. Torres-Milan è il classico matrimonio che non si aveva da fare, per le difficoltà attuali che la squadra di Inzaghi sta attraversando sotto il profilo tecnico e per quelle che sono le caratteristiche del centravanti spagnolo. Da una parte, una formazione incapace di fare gioco se non attraverso le ripartenze e di fare arrivare i giusti rifornimenti agli attaccanti, dall'altra un calciatore in cerca di rilancio dopo i deludenti anni al Chelsea ma troppo lontano per brillantezza atletica e cattiveria a quel giocatore che fece impazzire le tifoserie di Atletico Madrid e Liverpool negli anni più ruggenti della sua carriera.
GLI ERRORI DEL MILAN - Come spesso accade, quando una relazione non funziona le colpe vanno distribuite equamente tra le due parti. Il Milan decise di puntare forte su Torres negli ultimi giorni del calciomercato estivo più per la volontà di regalare alla piazza un nome ad effetto e senza preoccuparsi di inserire all'interno di un gruppo con determinati concetti tattici un giocatore realmente funzionale. A questo si aggiunga che, dopo quasi 6 mesi di campionato, si fatica ancora a riconoscere l'impronta di Filippo Inzaghi su questa squadra: atteggiamento spesso sparagnino anche al cospetto di avversari meno blasonati e assenza totale di schemi e soluzioni offensive che mettano gli attaccanti nelle condizioni di fare male, tanto che progressivamente il centravanti classico è scomparso nell'undici del tecnico piacentino. In questo Milan, imbottito di mediani o di calciatori dagli scarsi contenuti tecnici, farebbe fatica anche il migliore dei bomber in circolazione...
L'APATIA DI TORRES - Di contro, al di là delle frasi di facciata dello stesso Inzaghi e dei suoi ex compagni di squadra, a Milanello non è proprio andato giù l'atteggiamento molle, quasi rinunciatario del Nino. Dietro all'unico gol segnato ad Empoli in 589', c'è soprattutto un ragazzo che anche in allenamento non ha mai dato l'impressione di avere il sacro fuoco che era lecito attendersi da un giocatore in cerca di riscatto e desideroso di dimostrare al Chelsea di poter essere ancora all'altezza in un campionato competitivo. Argomenti che evidentemente deve aver utilizzato nel modo migliore Diego Simeone, uno che delle motivazioni e della grinta ha fatto il suo credo nel suo percorso di allenatore vincente. In attesa di ulteriori riprove sul campo, Torres rischia di passare alla storia come uno dei più grandi rimpianti di mercato della storia recente in casa Milan e non solo. E voi da che parte state?