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Toromania: tra bugie e promesse mancate, Petrachi se ne va senza neanche un 'grazie'
Petrachi ha lasciato il Torino senza mai riuscire a vincere (nemmeno il campionato di serie B) come invece aveva promesso nel 2011, quando i tifosi lo contestavano. “Vinco e me ne vado” aveva risposto a chi lo invitava a fare le valigie nel giorno della presentazione di Gian Piero Ventura. Il suo lavoro in questi anni è stato comunque positivo, questo è innegabile: ha portato sotto la Mole giocatori semi sconosciuti che si sono rivelati poi ottimi calciatori e importanti plusvalenze (come ad esempio Nikola Maksimovic e Bruno Peres), ha concluso affari low cost magistrali, come l’acquisto di Salvatore Sirigu a parametro zero e quello di Nicolas Nkoulou per un totale di appena 4,5 milioni di euro, ma non è mai riuscito a costruire una squadra veramente attrezzata per terminare il campionato nelle posizioni che portano all’Europa League.
Ha lasciato quasi incompiuto il propio lavoro, sbagliando una lunghissima serie di acquisti (Milinkovic-Savic, Ichazo, Pryyma, Carlao, Ajeti, Vesovic, Perez, Sanchez Mino, Bakic, Menga, Remacle, Kabasele, Larrondo, Amauri e altri ancora). Nel 2014 il Torino fu ripescato in Europa League grazie ai problemi finanziari del Parma ora, nonostante un ottimo campionato (superiore anche alle aspettative), potrebbe essere favorito dal caso Milan. Ma la qualificazione sul campo è ancora una volta sfuggita.
Con l’addio di Petrachi al Torino finisce un’era lunga dieci anni, un’era che ha permesso alla società granata di crescere (seppur non alla velocità sperata) sempre più. Ora ne inizierà un’altra. E non resta che augurarsi che sia caratterizzata dai successi più che dalle plusvalenze.