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Toromania: restiamo hardcore come Kamil Glik
Tutto è però cambiato qualche mese dopo grazie ad una ricetta molto semplice: prendi un derby, aggiungi un intervento rude sul pallone ma un po' anche su un avversario a centrocampo sullo 0-0, un pizzico di Rocchi e un cartellino rosso. Amalgama il tutto e ottieni il “Capitan Futuro” del Toro. Dopo l'addio di Bianchi nell'estate del 2013, la fascia è così andata a furor di popolo sul braccio di Glik: il primo capitano straniero della storia granata.
Con il passare delle partite e dei campionati Glik è cresciuto e migliorato sempre di più: mentre Cerci e Immobile a suon di gol esaltavano la curva, lui comandava la difesa e insieme hanno riportato il Torino in Europa. L'anno successivo, da buon capitano, ha preso la squadra per mano e con i suoi gol l'ha scossa dall'inizio di campionato difficile, e ha fatto sperare i tifosi fino all'ultimo nell'impresa contro lo Zenit San Pietroburgo grazie ad un'incornata in area, anticipando Hulk, sotto la Maratona.
Da capitano, per tre anni Glik il 4 maggio si è ritrovato davanti alla lapide del Grande Torino a leggere emozionato i nomi degli Invincibili. Ora ha salutato tutti, da Cairo all'ultimo dei tifosi con un “vi voglio bene”, un sentimento contraccambiato dai tifosi. Per il Torino è giunto il momento di guardare avanti, alla prossima stagione con un nuovo capitano ma la cosa importante è che, citando la canzone di Willie Peyote dedicata proprio al polacco, “restiamo hardcore come Kamil Glik”.