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    Toromania: restiamo hardcore come Kamil Glik

    Toromania: restiamo hardcore come Kamil Glik

    • Andrea Piva
    Faccia da duro, capelli biondi ordinatamente pettinati e occhi di ghiaccio: così nell'estate del 2011 Kamil Glik si presentò al Torino. In pochi all'epoca avrebbero potuto immagine che il difensore polacco sarebbe diventato uno dei giocatori più importanti della storia recente granata, tantomeno che avrebbe potuto indossare quella fascia da capitano che era sul braccio di Rolando Bianchi. Sempre in pochi avrebbero scommesso nel futuro di Glik anche dodici mesi più tardi, dopo una stagione tra alti e bassi in B, in cui spesso si è dovuto accomodare in panchina lasciando il posto in campo a Di Cesare, qualche errore e qualche rovinoso intervento sugli avversari.

    Tutto è però cambiato qualche mese dopo grazie ad una ricetta molto semplice: prendi un derby, aggiungi un intervento rude sul pallone ma un po' anche su un avversario a centrocampo sullo 0-0, un pizzico di Rocchi e un cartellino rosso. Amalgama il tutto e ottieni il “Capitan Futuro” del Toro. Dopo l'addio di Bianchi nell'estate del 2013, la fascia è così andata a furor di popolo sul braccio di Glik: il primo capitano straniero della storia granata.
    Con il passare delle partite e dei campionati Glik è cresciuto e migliorato sempre di più: mentre Cerci e Immobile a suon di gol esaltavano la curva, lui comandava la difesa e insieme hanno riportato il Torino in Europa. L'anno successivo, da buon capitano, ha preso la squadra per mano e con i suoi gol l'ha scossa dall'inizio di campionato difficile, e ha fatto sperare i tifosi fino all'ultimo nell'impresa contro lo Zenit San Pietroburgo grazie ad un'incornata in area, anticipando Hulk, sotto la Maratona. 

    Da capitano, per tre anni Glik il 4 maggio si è ritrovato davanti alla lapide del Grande Torino a leggere emozionato i nomi degli Invincibili. Ora ha salutato tutti, da Cairo all'ultimo dei tifosi con un “vi voglio bene”, un sentimento contraccambiato dai tifosi. Per il Torino è giunto il momento di guardare avanti, alla prossima stagione con un nuovo capitano ma la cosa importante è che, citando la canzone di Willie Peyote dedicata proprio al polacco, “restiamo hardcore come Kamil Glik”.

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