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    Toromania: Mihajlovic ha ritrovato il vecchio cuore granata che Ventura aveva perso

    Toromania: Mihajlovic ha ritrovato il vecchio cuore granata che Ventura aveva perso

    • Andrea Piva

    “Partita dopo partita stabiliremo i nostri prossimi obiettivi, adesso pensiamo a lavorare, continuando così potremmo toglierci delle soddisfazioni” così si esprimeva Marco Benassi poco più di un anno fa, lo scorso 27 settembre, dopo il 2-1 al Palermo alla sesta giornata di campionato che lanciò il Torino al terzo posto in classifica, a soli due punti dalla coppia di testa formata da Inter e Fiorentina. “Vogliamo provare a raggiungere questo obiettivo dell’Europa, però siamo consapevoli che ci possiamo arrivare solo facendo grandi prestazioni e avendo sempre la fame di vincere ogni partita“ così invece, sempre Benassi, si è espresso ieri dopo un altro 2-1, questa volta alla Fiorentina, che ha portato il Toro al settimo posto in classifica in coabitazione con Genoa e Inter.


    La differenza tra le due dichiarazioni è palese, da “partita dopo partita stabiliremo i nostri prossimi obiettivi” a “vogliamo provare a raggiungere questo obiettivo dell'Europa”. Eppure, paradossalmente, dopo la vittoria contro il Palermo di un anno fa, classifica alla mano, il Torino era molto più vicino all'Europa rispetto ad oggi: aveva due punti in più in classifica e una partita in meno giocata. La rosa dello scorso campionato, poi, era qualitativamente molto simile a questa, considerando che poteva vantare di giocatori del calibro di Peres sulla fascia destra, Glik e Maksimovic in difesa, Quagliarella in attacco e da gennaio addirittura Immobile. Che cosa ha allora fatto sì che le dichiarazioni post partita di Benassi cambiassero in maniera così radicale? La risposta è semplice: sulla panchina granata ora siede Mihajlovic.

    Il tecnico serbo sta restituendo al Toro la sua anima, quello spirito combattivo universalmente conosciuto che caratterizza il cuore granata andato perso dopo cinque anni di melina difensiva, infiniti retropassaggi al portiere, zero pressing e tanta paura di tirare fuori la testa dal proprio guscio e ambire a sedersi costantemente a tavola con le grandi del campionato. Se questo Toro, a differenza di quello dell'anno scorso, può veramente ambire alla qualificazione in Europa League è proprio perché ora crede nelle proprie possibilità, gioca ogni partita per vincere, non ha paura di affrontare le squadre più forti e, soprattutto, perché Mihajlovic ha saputo trasmettere ai propri giocatori la sua mentalità combattiva e vincente. Fino a pochi mesi fa era inimmaginabile che il Toro potesse battere consecutivamente Roma e Fiorentina: ora è realtà.

    “Noi siamo gli indiani contro i cowboys, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia” diceva Emiliano Mondonico quando allenava il Toro prima di affrontare la Juventus. Ora gli indiani sono tornati e, in attesa della vera battaglia, hanno già raccolto gli scalpi della Roma prima e della Fiorentina poi ma, soprattutto, hanno rifatto innamorare i tifosi.


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