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Toromania: la petizione contro Cairo può solo fare bene
Non saranno i 50.000 scesi nelle strade di Torino nel 2003 i firmatari della petizione, che in quarantotto ore ha raccolto circa 3.000 adesioni (le firme sono però in continua crescita), ma il numero è comunque sufficiente per dare un segnale a Cairo. Il presidente granata non venderà la società per questa raccolta firma, anche perché al momento imprenditori seriamente interessati al Torino non sembrano essercene all'orizzonte, ma prenderà certamente atto del malcontento che si cela in una parte della tifoseria, specialmente in chi ha la memoria lunga (molto lunga) e ricorda bene che prima del fallimento e degli anni in serie B c'era un Toro che giocava in Europa, che almeno qualche Coppa Italia la vinceva, dal cui vivaio nascevano numerosi giocatori poi protagonisti in serie A. Senza dimenticare che se la squadra granata è famosa in ogni angolo di mondo è grazie ai successi inanellati dal Grande Torino, non grazie alle sconfitte o ai campionato anonimi.
E allora questa petizione, questa lotta intrapresa da una parte del popolo granata che si sta unendo in una petizione on line sul sito change.org, non può che essere un bene per il Torino, difficilmente porterà a un cambio ai vertici della società ma potrebbe servire a scuotere Cairo, pungerlo nell'orgoglio di imprenditore di successo qual è. E chissà che così il Torino, anche con Cairo, non possa realmente fare quel salto di qualità che ancora non è arrivato, non solo a livello di squadra ma anche di strutture e organigramma societario.