Toromania: la lezione del Grande Torino. Vincere è importante ma non è l'unica cosa che conta
Come ogni anno per tutta la giornata a Superga ci sarà un pellegrinaggio di tifosi granata, migliaia di persone che renderanno omaggio a Valentino Mazzola e compagni ricordando che tifare Toro non è come tifare un'altra squadra. Inevitabilmente devi fare i conti con il passato perché è la storia, insieme a certi luoghi, a rendere il Toro diverso da qualunque altra squadra. Non c'è tifoso granata che non conosca a memoria la formazione del Grande Torino, nonostante in molti non abbiano mai visto giocare quella squadra, quei nomi sono impressi nella mente: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola.
Come ogni anno il Grande Torino impartisce la sua lezione, riassumibile in una frase: vincere è importante, ma non è l'unica cosa che conta. Quando si parla del Toro, troppo spesso si commette l'errore di pensare ad una società destinata a perdere, una squadra di cuore e grinta ma poca tecnica. Un'assurdità, basti pensare al fatto che il Grande Torino è conosciuto in ogni angolo di mondo per la sua storia, le sue vittorie, le grandi qualità tecniche dei suoi giocatori: è una delle poche formazioni al mondo è poter fregiarsi dall'appellativo “Grande” davanti al proprio nome, Mazzola e compagni sono e saranno sempre gli Invincibili. Tutte le competizioni che hanno disputato le hanno vinte e se negli anni '40 ci fossero già state le attuali competizioni della Uefa probabilmente nella bacheca granata non mancherebbe qualche coppa dalle grandi orecchie.
Nonostante i tanti (troppi) campionati di serie B giocati negli ultimi vent'anni, quelli mediocri in A, è bene ricordarsi sempre cos'è il Toro, il suo legame indissolubile con le vittorie che ancora oggi devono essere inseguite. Vincere, per il Toro, deve ancora essere importante ma non potrà mai essere l'unica cosa che conta e ogni 4 maggio ne è la dimostrazione: oggi poco importa della formazione che giocherà a Napoli, degli allenamenti di Mazzarri, di Cairo o del futuro di Belotti, oggi l'unica cosa che conta per i tifosi granata è ricordare “Quelli là”, come ancora oggi c'è chi li chiama in segno di rispetto, soprattutto tra i tifosi più anziani che li hanno visti giocare, come se pronunciare i loro nomi fosse un peccato.