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Toromania: Immobile, non bastano le parole. Ringrazia il Toro anche con i fatti
Da quando due anni fa aveva puntato i piedi per lasciare la squadra granata per tasferirsi al Borussia Dortmund le cose, calcisticamente parlando, non gli sono andate molto bene: in Germania ha collezionato poche presenze e ancora meno gol, la scorsa estate ha poi provato l'avventura spagnola con il Siviglia ma anche questa esperienza non si è rivelata fortunata. Pian piano ha perso il posto da titolare, la maglia della Nazionale e per i tifosi tedeschi e spagnoli non è di certo mai stato un idolo. Per ritrovare tutto quello che aveva perso Immobile ha dovuto fermarsi, guardarsi indietro e ritornare lì dove tutto era iniziato, dove si era affermato come calciatore: al Toro. Tra un coro e l'altro, qualche abbraccio e tanti applausi Immobile lo scorso gennaio è stato accolto da centinaia di tifosi all'aeroporto di Caselle: il figliol prodigo era tornato. Con la maglia granata addosso ha subito ripreso a fare quello che aveva già dimostrato di saper fare: segnare e essere decisivo. Un gol al Frosinone, una doppietta al Palermo e un'altra al Genoa prima che un infortunio ne compromettesse il finale di stagione. Ma la cosa più importante è che, al Toro, ha dimostrato di essere ancora il giocatore che due anni fa vinse la classifica dei marcatori.
Ora, Ciro, sarebbe il momento che quella gratitudine espressa a parole in conferenza stampa si tramutasse in qualche fatto concreto. Per due volte il Torino ha creduto in te dopo una stagione (o anche più) fallimentare, per due volte i tifosi ti hanno dato tutto il loro affetto, per due volte sei rinato come calciatore, per due volte hai avuto la possibilità di indossare la maglia Azzurra in una competizione importante (prima il Mondiale 2014, ora l'Europeo). Ora resta concentrato sul Belgio ma da lunedì sera inizia a pensare anche al tuo futuro. A gennaio nella tua conferenza stampa di presentazione al Toro avevi detto di non sentirti di passaggio, che per capire che già due anni fa sarebbe stato meglio per te restare dovevi sbagliare con la tua testa e, soprattutto, che al Torino ti sentivi in famiglia. Ripensa a quanto questa famiglia, dalla società ai tifosi, ti ha aiutato e ringraziala non solo con le parole ma anche con i fatti. Cairo ha tempo ancora una ventina di giorni per esercitare la clausola del riscatto altrimenti sarà un nuovo addio. Sta a te, Ciro, convincerlo a esercitarla e dimostrare che, anche in un mondo dagli interessi milionari come quello del calcio, la riconoscenza è un valore importante.