Toromania: è l'anno della svolta, se si mantiene l'equilibrio
Il Torino vuole rigenerare entusiasmo attorno a sé. Per i risultati, primo fattore che smuove positivamente i tifosi, è mancato davvero poco in queste prime sette partite di campionato. Mettici gli arbitri, un po’ di sfortuna e qualche disattenzione e ti ritrovi a metà classifica anziché essere nelle posizioni di vertice. Almeno per l’entusiasmo sarebbe stato un bell’incentivo. E invece ci ritroviamo qua, ancora una volta a parlare di rammarico, anche se stavolta lo possiamo fare con la consapevolezza che questa squadra – al di là di ogni più ottimistica previsione – può portare a compimento un campionato di buon livello. Certo, bisogna tenere i piedi ben piantati a terra, senza illudersi in modo particolare, ma si può arrivare tra le prime dieci: occorre però che tutte le parti coinvolte nell’ambiente granata remino dalla stessa parte. Tutti vogliamo il bene del Toro: dai giornalisti che lavorano di più e meglio se le cose funzionano ai tifosi passando per i giocatori. Se il Toro va, il resto funziona a dovere. Non bisogna però estremizzare il negativismo di una sconfitta, come la positività di una vittoria: equilibrio è la parola d’ordine, anche se è la cosa più difficile da mantenere. D’altronde i tifosi (e non solo) hanno voglia di divertirsi col Toro e ogni volta che i granata vincono sperano sempre che quella possa essere la volta buona per infilare una serie di vittorie utile a rilanciare le ambizioni storiche della società. Le cose però stanno diversamente: nel 2013 il Toro può guardare solo ad un passo in fila all’altro, provando a costruire qualcosa di solido per il futuro, che duri nel tempo e non crolli al primo soffio di vento.