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Toromania: cuore e grinta, diamo tempo a questo Toro
Nella tabella per la qualificazione all'Europa League uno 0-0 a Pescara può sembrare un risultato negativo, soprattutto se segue uno 0-0 casalingo contro l'Empoli e una sconfitta in trasferta a Bergamo: sulla carta il Torino in queste tre partite avrebbe dovuto raccogliere almeno sette punti, invece si è dovuto accontentare di un bottino ben più misero. Ma il secondo tempo di Pescara non può che far essere ottimisti per il futuro e comunque soddisfatti per il risultato: in inferiorità numerica per tutta la frazione a causa dell'espulsione di Acquah a fine primo tempo, addirittura in nove contro undici nell'ultimo quarto d'ora, quando Banti ha incredibilmente estratto direttamente il cartellino rosso a Vives per una trattenuta a centrocampo (l'ammonizione per il capitano granata sarebbe bastata), il Torino ha saputo resistere agli attacchi avversari. Non solo. Ha anche rischiato di vincere la partita grazie ad un contropiede orchestrato meravigliosamente e concluso con un destro dal limite di Belotti che è andato a infrangersi sulla faccia interna del palo, a Bizzarri battuto, prima di schizzare lontano dalla porta.
Ieri il Torino ha mostrato quella grinta che dovrebbe appartenere al proprio DNA ma che in passato non sempre si è vista, quella grinta che è propria anche del suo allenatore e che pretende anche da ogni suo calciatore. Ne sa qualcosa Baselli, richiamato in panchina da un infuriato Mihajlovic perché, a detta proprio del tecnico: “Ha qualità ma gli manca il fuoco negli occhi”. Nel Toro targato Mihajlovic cuore e grinta sono due elementi essenziali e, se ai tifosi vengono mostrati, allora sì che il tempo richiesto può essere concesso.