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Toromania: Belotti-Vives, le facce del Toro. E da Toro
A Bergamo sembrava che la maledizione avesse colpito Belotti: una traversa e un palo, e primo gol sotto la Mole che continuava ad essere rimandato. L’ex Palermo non ha mollato, si è guadagnato un’altra maglia da titolare al fianco di Quagliarella e, finalmente, si è sbloccato. Lo ha fatto con una rete, e un movimento, da attaccante puro, pur l’aiuto del braccio. Sul lancio di Moretti ha stoppato il pallone spalle alla porta, l’ha difeso dalla marcatura di Maietta e poi ha esploso un sinistro imprendibile per Mirante. L’esultanza e la corsa verso la panchina, dove è stato sommerso da tutta la squadra, sono piene di rabbia e di caparbietà, di chi questo gol lo voleva intensamente. E poi, nel post partita, ecco che viene fuori tutta la sua sincerità: “Lo devo ammettere, quel pallone di Moretti l’ho stoppato di petto, ma mi sono anche un po’ aiutato con il braccio”. Chapeau.
Non si hanno più aggettivi, invece, per descrivere Giuseppe Vives. Un giocatore che migliora di stagione in stagione, nonostante l’età avanzi inesorabilmente: ormai sono 35, il centrocampista corre e lotta come un ventenne. Ma è la sua intelligenza tattica a stupire tutti, ritrovandosi sempre al posto giusto al momento giusto. E prevedendo anche l’errore avversario: se è vero che Maietta sbaglia completamente il retropassaggio per Mirante, è altrettanto vero che Vives è stato bravissimo a infilarsi nella traiettoria tra il pallone e il portiere del Bologna. E, soprattutto, ad andare a pressare l’ultimo uomo del Bologna al 91’, alla soglia dei 36 anni, con una corsa di cinquanta metri, riuscendo infine a siglare il 2-0 da posizione impossibile, praticamente sulla linea di fondocampo. Chapeau.
Emanuele Pastorella