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    Toromania: avanti con Ventura, per non tornare indietro

    Toromania: avanti con Ventura, per non tornare indietro

    La stagione del calcio giocato è finita. E’ iniziata quella delle parole, delle voci e dei rumors, anche quelli non confermati. Ha preso il via il momento delle considerazioni e dei bilanci e se ne sentono di tutti i colori. A Torino si parla di Bianchi e di Ventura, e un pochino anche di Ogbonna (che non andrà alla Juve). Sotto la Mole si rimpiange colui che ha vestito per cinque stagioni questa maglia, divenendo col tempo il capitano ed il simbolo di questa squadra: c’è stato chi l’ha contestato e chi l’ha idolatrato ma, si sa, è difficile essere uniti a Torino. O almeno: è difficile che anche solo su un argomento la tifoseria sia compatta. Prova ne sia che, anche in conseguenza al caso-Bianchi, nemmeno Ventura unisce la gente: anche qui c’è chi lo vorrebbe riconfermato a vita e chi, invece, lo caccerebbe senza nemmeno pensarci una volta. Eppure una riflessione su questo specifico tema è d’obbligo, perché quando il presidente Cairo cacciava allenatori come il miglior Zamparini di turno, tutti noi – media, tifosi, addetti ai lavori – lo abbiamo attaccato: ‘Così non ci può essere continuità. Il progetto dov’è? Come si fa a gestire una squadra che cambia sempre?’. Ed ecco che per la prima volta in cui un allenatore vede la soglia della terza stagione consecutiva sotto la gestione societaria di Cairo ci lamentiamo: ma dopo aver preso buona parte dei giocatori congeniali alle volontà e al gioco di Ventura, che senso ha mandarlo via e prendere un altro tecnico che magari non gradirebbe buona parte della rosa attuale? C’è da chiederselo davvero, perché altrimenti ci si allontana dal punto centrale della discussione. Insomma: per una volta che il Toro, con tutti i suoi limiti e i difetti che ha (e ne ha migliaia) prova a costruire un minimo, con una base di continuità anche solo nei giocatori e nello staff tecnico, cosa dobbiamo sentire? ‘Cacciamo Ventura'? Sarà anche solo una minoranza, ma evidentemente sono una minoranza incoerente, perché sono quasi certamente gli stessi che nei giorni degli esoneri di De Biasi, Zaccheroni, Novellino, Beretta, Papadopulo, Camolese e Lerda hanno gridato allo scandalo contro Cairo che forse, ora per la prima volta, fa la cosa giusta senza intromettersi troppo in questioni di cui ha dimostrato di non avere la necessaria competenza. E allora non chiediamogli di fare un passo indietro (nel passato): lasciamo che faccia lavorare Petrachi e Ventura. Magari qualcosa di buono potrà comunque uscire fuori.

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