Toro, Petrachi racconta: 'Tutto sul mio viaggio in Sud America'
Il direttore sportivo del Torino Gianluca Petrachi ha incontrato poco fa i giornalisti in conferenza stampa. 'Il mio viaggio in Sudamerica? Era stato programmato da tempo, anche se poi rinviato per vari motivi - le parole del dirigente granata, appena tornato in Italia, riportate dal sito Toro.it -. Sono andato su innanzutitto per vedere il lavoro svolto da Luciano Zavagno (osservatore del club piemontese, ndr), e verificare alcuni giocatori già visti con Cavallo su Wyscout. La cosa più importante è quella che poi il campo ti dà altri titpi di parametri e valutazioni: è veramnete importante vedere i giocatori dal vero. Ero partito con qualche certezza, paradossalmente una certezza che avevo è stata poi una mezza delusione, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto piuttosto caratteriale. Poi, come spesso accade, vai per vedere un giocatore e poi ne scopri un altro. Anche per il mio modo professionale di lavorare, è stato sicuramente un arricchimento importante: ho conosciuto agenti, visto campi sportivi. Ho girato abbastanza e mi sono reso conto della realtà che c'è. Ho visto che in Argentina il Toro è seguitissimo, mi è piaciuta molto questa cosa. Ho conosciuto anche Carizo, lo storico portiere del River Plate. Si era commosso parlando di Toro. Quando ha saputo che c'ero, ha voluto conoscermi. Abbiamo visto tre campionati molto diversi: in Argentina tanto agonismo, in Brasile tecnica, in Uruguay forse una via di mezzo. Comunque, ripeto, è stata un'esperienza molto importante. Lato economico? È tutto diverso rispetto al nostro ambiente. Per esempio, in un club argentino il presidente cambia ogni quattro anni, per cui non è facile trovare un punto di riferimento. Poi manca la figura del ds. Quindi non è sempre semplice parlare di calcio, ed è per questo che alla fine le trattative con il Sud America sono sempre piene di intermediari. Mercato anche in uscita? In generale, credo che per un giocatore che voglia andare in Sud America sia una buona prospettiva il Brasile, visto l'aspetto dei Mondiali. Ci hanno chiesto a titolo informativo qualcosa, ma più un confronto che altro. Noi siamo andati in Sud America per provare a portare qualcuno. Fa strano che in Brasile manchino allenatori europei, sembra non ci sia il coraggio di lavorare tatticamente: in Brasile giocano molto di istinto. Se arrivasse qualcuno in grado di affrontare il discorso tattico, allora forse si avrebbe più materia prima su cui lavorare. Il Brasile però ti dà anche la possibilità di vedere, se guardi una partita della B paulista, magari il vero campione: in Argentina no. Il fatto che Zavagno sia in Brasile, poi, è un vantaggio: con due ore di volo riesce a andare anche lì. Anzi, aggiungo che questo mio viaggio è servito proprio anche a Luciano a capire bene quali fossero tutte le nostre esigenze. Ora entrerà più nello specifico. Aguirre? È un giocatore molto importante, ed è effettivamente sul nostro taccuino. Ma il viaggio in Sud America non era strettamente per lui. Bilancio finale del viaggio? Non voglio illudere nessuno. La mia volontà e quella di Cairo è di portare almeno un calciatore qui da noi. Spero di farcela'. Sull'attualità del Torino, Petrachi ha affermato: 'Degli arbitri non voglio parlare, non voglio dire nulla in concerto anche con quella che è una direttiva presidenziale. In Sud America c'è un modo molto diverso di arbitrare: lì ci sono contrasti duri, poca simulazione, gli arbitri fischiano pochissimo. In Italia arbitri migliori? Dal punto di vista atletico, forse: qui non ci sono arbitri con la pancia. Da noi c'è tanta attenzione, voglia di far bene. Ma capita che si sbagli: forse negli ultimi anni il livello è sceso un po', prima c'era una scaletta da fare, ora invece no, vengono subito inseriti i giovani in serie A. Spero e mi auguro che non si parli più di arbitri al Toro, forse si è parlato anche tanto e tutti quanti noi siamo anche stanchi di ripetere quanto purtroppo ci è successo quest'anno. Il rendimento attuale della squadra? C'è un piccolo calo fisico, ma anche tanta sfortuna. Se avessimo vinto contro il Napoli non avrebbe detto nulla nessuno. Il Toro ha veramente sbagliato la partita con il Bologna, perché anche con la Sampdoria in realtà la squadra ha giocato bene ma non è riuscita a raddrizzarla. Si parla molto del Parma, che sta facendo un ottimo campionato, ma i gialloblù prima del Milan hanno faticato molto in casa. Certo, potevamo fare qualche punto in più e stare più in linea con quello che era il nostro campionato. Prima di Toro-Chievo dissi che sarebbe stata difficile. E infatti durante il primo tempo siamo stati in svantaggio. Il Livorno si chiuderà di più del Napoli, per loro sarà una gara importante ma per noi ancora di più, perché vogliamo riscattarci. Domani credo che si vedrà poco il fraseggio, bisogna avere pazienza e incitare la squadra. I primi a essere consapevoli di questo periodo faticoso sono i giocatori, e vogliono rimettersi in carreggiata presto. Lo sciopero della curva Maratona? È legittimo. Ma mi auguro che i dieci minuti passino in fretta, bisognerà infatti urlare più di altre gara. Ci serve tutta la carica possibile, dobbiamo vincere questa partita. Le ultime paritte in casa sono andate male, dobbiamo cambiare registro'.