Torna in Spagna la 'legge Beckham': sarà esodo di campioni in Liga?
Nuova rivoluzione in Spagna sul fronte fiscale e conseguentemente nel calciomercato della Liga. Il Governo Rajoy è pronto a reintrodurre la "legge Beckham", inserita da Aznar nel 2005 per incentivare l'afflusso di campioni stranieri e cancellata successivamente nel 2010 dal socialista Zapatero. La nuova norma, che presenta sostanziali modifiche rispetto a quella partorità 9 anni fa, reintroduce i benefici di una tassazione al 24% per i calciatori che arrivino a percepire fino a 600.000 euro annui, andando a colpire con aliquote più elevate i super-ricchi dei vari Atletico, Real Madrid e Barcellona.
NUOVI CASI RONALDO E IBRA? - Attualmente, sull'onda dei procedimenti adottati da Zapatero nel 2010, i giocatori che guadagnano di più sono "colpiti" da una tassazione al 54%, tra le più alte in Europa e addirittura superiore al 43% prelevato in Italia. Per fare fronte a un'eccessiva sproporzione venutasi a creare tra i giocatori con stipendi esagerati e quelli con emolumenti più umani, il Partito Popolare ha deciso di fissare il tetto dei 600.000 euro e a breve potrebbe ritoccare al ribasso anche la maxi aliquota del 54%. Un provvedimento che va evidentemente nella direzione di non perdere quel vantaggio accomulato negli anni (e ora in diminuzione a favore della Premier League) di poter mettere le mani sulle stelle del firmamento mondiale, come avvenuto in passato proprio a partire da David Beckham e poi con Cristiano Ronaldo, Kakà e Ibrahimovic, per fare gli esempi più noti.
NUOVI CASI RONALDO E IBRA? - Attualmente, sull'onda dei procedimenti adottati da Zapatero nel 2010, i giocatori che guadagnano di più sono "colpiti" da una tassazione al 54%, tra le più alte in Europa e addirittura superiore al 43% prelevato in Italia. Per fare fronte a un'eccessiva sproporzione venutasi a creare tra i giocatori con stipendi esagerati e quelli con emolumenti più umani, il Partito Popolare ha deciso di fissare il tetto dei 600.000 euro e a breve potrebbe ritoccare al ribasso anche la maxi aliquota del 54%. Un provvedimento che va evidentemente nella direzione di non perdere quel vantaggio accomulato negli anni (e ora in diminuzione a favore della Premier League) di poter mettere le mani sulle stelle del firmamento mondiale, come avvenuto in passato proprio a partire da David Beckham e poi con Cristiano Ronaldo, Kakà e Ibrahimovic, per fare gli esempi più noti.