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Torino, la lettera di addio di Lys Gomis
“Si parte!…una parola una che significa molto…un grazie sentito al Torino Football Club per questi meravigliosi 16 anni. Ho sempre indossato quella maglia, ho conosciuto persone meravigliose compagni, dirigenti, allenatori, personale che lavora in società. Da Alberto passando per le telefonate della Sonia per il ritiro, da quel Massimo Ienca che alla fine è diventato un amico di famiglia.Tutti i magazzinieri specialmente Tony, un amore di uomo , e infine il Presidente Urbano Cairo che mette passione nel suo lavoro. Sarò eternamente grato perché persona vera e passionale..l’ho conosciuto quando facevo gli Allievi nazionali e da quel momento mi ha trattato con i guanti. Grazie di cuore: ho commesso molti errori ma lui da buon condottiero mi ha sgridato e mi ha coccolato e ha creduto in me. A volte e più difficile essere protagonisti a casa propria che altrove per una serie di motivi cuore e pressione di dover far bene, ma Torino per me rimane un qualcosa di unico di speciale”.
Poi i tifosi: “Capitolo tifosi: non ci sono parole per descrivervi. Per me che sono cresciuto nel mondo Toro e una cosa favolosa. A volte mi capitava di esser a Cuneo e imbattermi con qualche anziano che mi parlava di Toro con gli occhi lucidi: brividi. Il Toro è la squadra del popolo, la squadra delle persone di cuore, la squadra dei sognatori,delle persone che nascono per lottare ogni loro successo..ogni giocatore dovrebbe avere la fortuna di giocare in questa squadra e società, perché i tifosi sanno abbracciarti come una seconda famiglia nel bene e nel male loro saranno sempre presenti e innamorati della propria squadra. Grazia anche a voi, grazie Ventura che mi hai permesso di giocare in serie A di guadagnarmi la nazionale del mio Senegal…Grazie Torino che mi hai reso prima uomo e poi calciatore, ma un grazie va anche ad Antonio Comi, un Uomo che nel calcio per me rappresenta un secondo padre che porterò con me anche fuori dal mondo calcistico, ha permesso a qual bambino di Cuneo di arrivare a Torino l’ha difeso aiutato e gli ha permesso di esser un calciatore”.