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    Torino, ecco tutti i segreti dell'FC Copenaghen

    Torino, ecco tutti i segreti dell'FC Copenaghen

    Giovedì il Torino affronterà in Europa League l'FC Copenaghen, una partita dalla doppia importanza per il club di Cairo. Una vittoria garantirebbe la qualificazione aritmetica al turno successivo ed eviterebbe un ritorno in gioco dell'HJK Helsinki. Non è nemmeno totalmente escluso il raggiungimento del primo posto qualora il Club Brugge non dovesse ottenere un risultato positivo contro la società finlandese. Il club danese, sopratutto in casa, è avversario ostico, ecco l'analisi per footballscouting.it di Davor Alessandro Milito, operatore di mercato e referente per l'Italia della società danese People in Sport: “Stale Solbakken schiera la squadra con un 4-4-2 molto rigido e che punta di più a creare densità sul campo piuttosto che ad occuparne gli spazi. Infatti i reparti rimangono molto stretti (vanno infatti in sofferenza sui cambi di gioco avversari), soprattutto quelli di difesa e centrocampo che in fase difensiva formano quasi una linea unica di 8 uomini con la punta di movimento sulla propria trequarti e la prima punta poco prima della linea di metà campo. Questo atteggiamento crea molte difficoltà alla squadra avversaria nell'avvicinarsi alla porta, e la squadra, rimanendo molto bassa, gioca molto di rimessa, mantenendo in fase di non-possesso molti giocatori dietro la linea della palla. In fase di possesso palla nella metà campo avversaria, vengono sfruttati molto bene i movimenti e le sovrapposizioni degli esterni bassi, i quali facilmente arrivano al cross. Le azioni che generalmente la squadra costruisce, sono molto semplici, mostrando anche una buona quadratura in campo, ed avendo come interni di centrocampo soprattutto incontristi e non un vero e proprio regista, i danesi mirano principalmente alla rottura del gioco ed all'approfittare degli errori dell'avversario, anche perché la maggiore qualità la si ritrova nel reparto d'attacco. In fase di non-possesso palla, la squadra non effettua un gran pressing, pressoché nullo in fase ultra-offensiva ed offensiva e blando sulla linea mediana".

    DIFESA

    "Nella formazione base la porta è difesa dall'esperto Andersen, il quale ha preso il posto di titolare di Wiland, punto fermo degli 11 titolare nelle ultime 5 stagioni. Sulla destra agisce il norvegese Tom Hogli, 30enne dotato di buone doti di spinta, mentre la coppia centrale è composta da Mathias “Zanka” Jorgensen, classe 1990 ritornato al Telia Parken dopo un biennio al PSV, e dall'ex Bologna Mikael Antonsson (anche nel suo caso si tratta di un ritorno). La fascia sinistra vede come titolare Pierre Bengtsson, che dal 1° gennaio si trasferirà in Germania nelle file del Mainz 05, e che sarà sostituito dall'ormai ex IFK Göteborg Ludwig Augustinsson (1994). Nonostante i centrali siano discretamente ben assortiti, soffrono comunque molto la velocità avversaria, quindi attaccanti come Quagliarella e Martinez potrebbero creare loro molte difficoltà nell'uno-contro-uno e se affrontati in velocità. Un'arma letale a favore del Torino, potranno rivelarsi i lanci lunghi a scavalcare il centrocampo alle spalle della linea arretrata, così come sarebbero da sfruttare le loro difficoltà durante la transizione difensiva".

    CENTROCAMPO

    "Sia in campionato che nelle partite di Coppa è stato effettuato un grande turnover in questo reparto. Sulla destra si sono alternati Rurik Gislason e Danny Amankwaa (1994 ed Under 21 danese), i quali apportano caratteristiche differenti al gioco di squadra: il primo è più un centrocampista di fascia che abbina discretamente le caratteristiche difensive ed offensive (può essere schierato anche come terzino sinistro), mentre il secondo è un veloce esterno d'attacco schierato sulla mediana capace di apportare imprevedibilità e velocità alla manovra, nonché maggior incisività sotto porta. Come interni sono stati impiegati il brasiliano Claudemir, dalle buone doti di interdizione ma che pecca in qualità, Thomas Delaney (classe 1991 di origine irlandese e statunitense e convocato nel 2013 in Nazionale A), l'unico capace di dettare i tempi di gioco e capace di impostare l'azione, e Daniel Amartey, 20enne difensore centrale acquistato in estate dal Djurgardens IF e schierato dal tecnico Solbakken sulla mediana, dalle buone doti di rottura e di interdizione (sebbene abbia ancora ampi margini di miglioramento nella freddezza e nei tempi di intervento) e con una personalità in campo ottima. Sulla sinistra si è ritagliato un ruolo importante Alexander Kacaniklic, svedese classe '91 in prestito dal Fulham che fa della corsa e della buona visione di gioco i suoi punti forti.  Date le caratteristiche di questo reparto, per il Torino potrebbe avere un ruolo molto importante El Kaddouri in fase di possesso palla, il quale, giocando tra le linee, costringerebbe un interno ad abbassarsi o un centrale difensivo ad uscire dalla posizione creando così spazi per gli attaccanti veloci".

    ATTACCO

    "Indubbiamente è il reparto che ha più qualità. Come seconda punta agisce il miglior elemento di tutta la rosa: Nicolai Jorgensen (1991). E' di natura un centrocampista offensivo che agisce soprattutto sulla parte sinistra del campo, ma che da quest'anno gioca una ventina di metri più avanti, portando un'ottima qualità nel gioco d'attacco.  Ha una grande visione di gioco ed ottimi tempi sia in fase di passaggio che di tiro, rappresentando così l'unico elemento in grado di fornire imprevedibilità alla manovra offensiva. In fase di non-possesso palla rimane in linea con la prima punta, ma per ricevere il pallone si abbassa sulla trequarti campo, permettendo agli esterni di salire, per poi decidere la giocata più funzionale. Il Torino dovrà stare molto attento a lui, soprattutto perché potrebbero verificarsi duelli con Glik e/o Maksimovic (a mio avviso Jansson potrebbe essere più adatto a fronteggiarlo), i quali potrebbero soffrirlo sul breve ed avere difficoltà in relazione all'abilità del danese nell'allungarsi la palla quel tanto che basta per mettere fuori tempo l'avversario. La punta centrale, invece, è Andreas Cornelius (1993), dalle eccezionali doti fisiche, abilissimo nel tener palla per far salire i compagni e nel correre palla al piede anche con l'avversario a stretto contatto. Si prospettano duelli molto interessanti con i centrali “granata”, i quali dovranno stare molto attenti a scegliere i tempi di intervento sull'ariete danese quando riceve palla, il quale è eccellente nel proteggerla. Buono è anche il senso del goal, ed è anche da tener d'occhio la sua abilità nell'arrivare alla conclusione con entrambi i piedi".

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