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  • Tonali: "Inizia una nuova vita. 16 volte in Italia per incontri educativi, ho passato mesi difficili. Ora voglio solo giocare"

    Tonali: "Inizia una nuova vita. 16 volte in Italia per incontri educativi, ho passato mesi difficili. Ora voglio solo giocare"

    • Redazione CM
    Sandro Tonali è tornato a tutti gli effetti ad essere un calciatore professionista. La squalifica per scommesse è ormai alle spalle e i 10 mesi di stop sono un ricordo che il prima possibile, giocando in campo coi suoi compagni, vuole tenere lontano. Il giorno del suo ritorno in attività il centrocampista italiano ha concesso un'intervista ai canali del Newcastle in cui ha spiegato il suo momento e la felicità di un incubo senza fine.

    MAI STATO SOLO - “Sono contento, mi sento bene perché la squadra e i tifosi erano qui insieme a me. Non sono mai stato solo in questi 10 mesi e questo è stato importante. I primi tre mesi sono stati molto difficili. Per me questo è un nuovo momento nella mia vita anche per la mia famiglia ed i miei amici, ma anche la squadra che lavora insieme a me. Mi sento bene ora“.

    16 INCONTRI IN ITALIA - “Sono tornato in Italia per 16 incontri con i ragazzi. È stato importante per me e per i giovani calciatori perché questo è un problema di vita. Sono fortunato di lavorare nel calcio, la vita è differente per chi fa altri lavori. Lo psicologo e i giovani mi hanno aiutato, ho parlato con ogni persona in Italia e ogni persona ha parlato con me per aiutarmi".

    SONO FORTUNATO - "Io sono in una posizione fortunata perché gioco dopo 10 mesi e la mia vita è la stessa. Per le persone normali questo invece potrebbe essere un cambiamento totale".

    AIUTO - "Come aiutare? Solamente parlando, parlare aiuta molto. Nei primi 3 mesi ho incontrato persone che avevano un lavoro normale e avevano questo problema di cui non avevano parlato prima di quel momento. Dopo la pubblicazione degli articoli hanno deciso di farsi aiutare e non tenersi tutto dentro. Queste persone si sono fatte aiutare solamente parlando. Il primo passo, che è quello più grande, è riuscire a dire la cosa che c’è in te, c’è un blocco enorme“.

    DIECI MESI LUNGHISSIMI - “Dieci mesi sono stati tanti, perché il calciatore vive della domenica, dei weekend. È stato faticoso però ho lavorato, mi sono allenato tutti i gironi, anche più rispetto a quando giocavo. Ho avuto un continuo supporto da parte del mister, da JT (Jason Tindall, vice allenatore del Newcastle), e tutto il resto del team. Chiunque, i ragazzi delle pulizie, i segretari, chiunque. Lo stesso devo dire dei tifosi, mi hanno voluto bene come se fossi qui da dieci anni e invece ero qui da pochi mesi. Questo mi ha fatto riflettere tantissimo e mi ha fatto capire come sono fatti i tifosi qui a Newcastle”.

    VOGLIO SOLO GIOCARE - “Voglio giocare prima per i tifosi, e poi per me stesso. Il supporto è pazzesco, non credo ci sia un’altra città in cui questi tifosi siano pazzi per un giocatore che non può giocare per dieci mesi. Mi piacciono i ragazzi brasiliani in squadra, non solo perché hanno aiutato me, ma perché hanno aiutato la squadra”.

    NUOVO ACQUISTO - “Bruno Guimaraes è stato il mio traduttore per i primi due o tre mesi, ma all’inizio volevo parlare inglese per il calcio, ma ora ho imparato un po’ di tutto. Sono emozionato perché penso di essere un nuovo giocatore, come fosse un nuovo trasferimento. Sono emozionato di essere qui al Newcastle e non in un altro posto perché ho una squadra di alto livello, grandi tifosi e non vedo l’ora di tornare in campo”.
     
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