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Tocca a Brocchi: tra 4-3-3 e DNA Milan
FANTASISTA E POSSESSO PALLA - Il modulo non è un must per Brocchi, eccezion fatta per difesa e centrocampo: rigorosamente linea a quattro dietro, mediana a tre con un regista puro davanti alla retroguardia, come ad esempio Locatelli ora in prima squadra. L'attacco può agire in due schieramenti differenti: a tre con due ali (preferibilmente a piede invertito) e una punta centrale, oppure con un trequartista alle spalle dei due centravanti; questa la disposizione utilizzata soprattutto in questa seconda parte di stagione grazie anche all'esplosione di Crociata. Il modulo è quello che stuzzica la fantasia di Berlusconi (4-3-1-2), affascinato anche dai due cardini del Brocchi-pensiero: mentalità offensiva e bel gioco, propro come chiede il presidente. Il tecnico è un cultore del possesso palla attivo, finalizzato alla costruizione di azioni pericolose e non al mero palleggio, ma soprattutto il gioco deve sempre partire da dietro e palla a terra: tutti, dal portiere, devono impostare con precisione e senza lanciare palla lunga, pena subire le urla furiose di Brocchi dalla panchina. Grande lavoro infine dedicato alla fase di spinta sulle fasce e soprattuto sull'apporto che possono dare i terzini: l'anno scorso era toccato a Calabria, quest'anno è Felicioli a fare da padrone sulla fascia sinistra.
IL GRUPPO PRIMA DI TUTTO - Attenzione massima a ogni dettaglio, meno maniacale il controllo su alcuni aspetti extracalcistici come l'alimentazione a differenza del predecessore sulla panchina della Primavera Inzaghi, ci sono dei requisiti comportamentali minimi da mantenere ma quello che conta è quanto si fa sul campo e in allenamento. Se la gestione del singolo è importante ancor di più lo è quella del gruppo: essenziale la coesione dello spogliatoio, base indispensabile per costruire una squadra vincente. Lo testimonia il grande lavoro psicologico svolto nella prima parte della stagione per mediare la frattura generazionale tra i classe '97 e i '98, che a inizio anno stava pregiudicando notevolmente il rendimento sul campo. Fondamentale mantenere concentrazione e impegno ai massimi livelli quando chiamati in causa, anche per i giocatori meno utilizzati: spesso e volentieri i muri degli spogliatoi al centro sportivo Vismara hanno tremato quando Brocchi ha notato un calo in uno di questi due aspetti. Bastone e carota dunque: severità in caso di gravi mancanze nell'atteggiamento, ma nel complesso grande dialogo con i giocatori che lo seguono con grande entusiasmo e per lui hanno sempre e solo parole al miele. Nessuna paura di lanciare giocatori sotto età, proprio come fatto da Mihajlovic in prima squadra: la Primavera del Milan è una delle squadre italiane più giovani,, tanti i '98 impiegati, e poi brilla il nome di Alessandro Plizzari (classe '2000) tra i pali, chiamato a raccogliere l'eredità di Gigio. Il campo gli manca, basta vedere la grinta e come vive la partita, tensione massima, attento a segnalare ai giocatori qualsiasi minima imprecisione anche dopo i gol, le sue urla si sentono dal primo all'ultimo minuto: riesce a trasmettere grande carica, per ammissione di alcuni ragazzi che sono stati allenati da lui è come se fosse fisicamente a lottare in campo con la squadra. Un rossonero doc che cerca di inculcare nei suoi il DNA Milan, un uomo di campo che cerca la qualità nella giocata: così Brocchi ha stregato Berlusconi, ora aspetta la in prima squadra.
Twitter: @Albri_Fede90